Nata a Pordenone da mamma istriana e papà romano, Antonella Riem deve molto delle sue passioni e formazione ai suoi genitori; dalla mamma ha ereditato l’interesse per una visione spirituale del mondo, dal padre quello per la psicoanalisi.
È stata nel 1981 la prima laureata all’Università di Udine della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, da cui si è poi sviluppato l’Ateneo dove oggi è professoressa ordinaria di letteratura inglese e preside del dipartimento di lingue e letterature straniere. La sua è una carriera ricca di soddisfazioni da cui si deduce l’impegno, la volontà e la fatica, ma quello che si coglie parlando con la professoressa Riem è la passione per il suo lavoro, la sua ricerca e i suoi studenti.
A marzo riceverà presso l’Ambasciata australiana in Italia, l’Order of Australia – Honorary Member (AM), la più alta onorificenza riconosciuta dal Governatore generale australiano, che ogni anno conferisce a cittadini non australiani che si siano distinti per il loro impegno nella promozione della cultura australiana nel mondo.
La motivazione dell’onorificenza risiede “nell’importante lavoro svolto per lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra Australia e Italia, in particolare attraverso la promozione della letteratura australiana a livello internazionale e per i programmi di scambio culturale”.
Un anno di studi a Venezia, subito dopo la laurea, le hanno presentato l’occasione di entrare in contatto con importanti conoscitori e divulgatori della letteratura australiana, quali Bernard Hickey e Veronica Brady e di esplorare il mondo del romanzo australiano Voss di Patrick White, grazie al quale Riem approfondisce temi che già aveva toccato per la sua tesi di laurea, quali il simbolismo del viaggio, il viaggio come ricerca, gli aspetti archetipici e mitologici.
Antonella Riem con Laurie Hergenhan a Stradbroke Island
Da questo momento in poi il cammino è segnato, ed è il 1985 quando la professoressa inizia il suo percorso di studio e ricerca formale sulla letteratura australiana, grazie al conferimento dell’Australian-European Award Scholarship, che le ha permesso di passare un periodo alla Queensland University di Brisbane studiando e facendo ricerca con i migliori docenti di australianistica.
Dopo quest’esperienza, sebbene torni a vivere nella sua regione d’origine, l’amore per la letteratura australiana e la sua divulgazione rimarranno al centro dei suoi interessi, portandola a sviluppare anche un importante progetto di relazione internazionale e scambi culturali tra le università italiane e australiane, grazie al quale ha ricevuto l’Order of Australia.
Durante l’intervista, Antonella Riem ricorre spesso al termine relazione, partnership in inglese, che però non usa nell’accezione economicista del termine, quanto invece nel senso di relazione umana: “Le relazioni sono fondamentali nel mio percorso, sono le relazioni con le persone, con se stessi, ma anche con i libri o con la natura”, spiega.
In questo senso le culture tradizionali, aborigene, sono di grande interesse per la professoressa Riem in quanto danno all’aspetto spirituale un ruolo centrale: “è una cultura dove non c’è divisione tra sacro e profano, tutto è sacro e anche la modalità di relazionarsi con la terra e con se stessi è importantissima”.
“Tutti gli autori australiani che ho studiato, primo fra tutti David Malouf, hanno sempre dimostrato grande rispetto e sensibilità per la cultura aborigena”.
Durante uno dei suoi viaggi in Australia, la professoressa ha fatto un viaggio nel Northern Territory, dove ha conosciuto Djalu Gurruwiwi, il più importante suonatore di didgeridoo e custode spirituale dello strumento nella sua terra.
Antonella Riem è riuscita a portarlo a Udine per un convegno insieme ad artisti italiani e di tutto il mondo, che hanno potuto scambiare le loro esperienze e ascoltare nel teatro cittadino un inaspettato trio musicale composto da due didgeridoo e un pianoforte. “Perché il dialogo fra le arti è molto significativo, aiuta ad aprire gli orizzonti e il cuore, portando benessere e armonia”, commenta la professoressa.
Lo scambio e le relazioni al centro di tutto, ecco perché Antonella Riem ha lavorato per favorire e supportare il progetto di scambi internazionali fra studenti.
“È importante sottolineare l’aspetto dello scambio, dell’incontro fra le persone, da cui nascono dibattiti, confronti e quindi ricchezza. Per questo il mio proposito come delegata all’internazionalizzazione per l’Australia prima e come protettrice poi, è stato di creare il maggior numero di contatti e rapporti possibili fra le università”.
Sono stati tanti gli studenti australiani che hanno potuto studiare in Italia grazie a quest’iniziativa e moltissimi gli studenti italiani arrivati Down Under, “ai quali i Fogolar Furlan e il Club Sardo, che sono i due club con cui sono in contatto, hanno sempre dato grande sostegno”, sottolinea.
Ricevere quest’onorificenza è stata una grandissima emozione: “Non me la aspettavo, sono rimasta sorpresa e sono molto emozionata. È un riconoscimento che condivido con tutte le persone, i colleghi, gli studenti che hanno tessuto questa rete di relazioni e hanno collaborato con me”.
Una donna energica le cui giornate sembrano avere ben più di 24 ore, oltre a insegnare, a essere stata presidente della Conferenza nazionale dei presidi delle Facoltà di Lingue e Letterature Straniere in Italia, fondatrice del Partnership Studies Group (PSG), un centro di ricerca internazionale che ha sede presso l’Università di Udine, Antonella Riem ha anche recentemente pubblicato un libro: I’m listening like an orange tree, scritto in collaborazione con altri colleghi per ricordare il professor Laurence Hergenhan, scomparso nel 2019.
Sebbene questo sarà un anno sabbatico per la professoressa, non sono previste vacanze ma tanti progetti e l’impegno nella direzione del primo master a livello mondiale in “partnership Studies, sciamanesimo e studi nativi”, per approfondire i temi a lei più cari della relazione umana di mutuo rispetto, inclusiva delle differenze e di pace fra i popoli.