ROMA - “Nel 90 per cento dei casi gli insulti che riceve sono nazisti, è questo il punto, non sono insulti alla sua veneranda età o alle sue posizioni politiche”, ha spiegato l’avvocato Vicenzo Saponara, legale della senatrice a vita Liliana Segre, che oggi ha discusso, davanti al gip di Milano Alberto Carboni, l’opposizione alla richiesta del pm Nicola Rossato di archiviare la posizione di 17 presunti odiatori della senatrice. 

Opposizione anche su un’istanza che riguarda altre aggressioni verbali sui social, contestate a ignoti perché non identificati dal pm. 

“Ho replicato al pm, anche perché ci sono dei casi in cui c’è l’insulto nazista, ma si costruisce un preteso contesto politico e si chiede l’archiviazione”, ha aggiunto l’avvocato dopo l’udienza.  

Il giudice deciderà nei prossimi giorni, entro un paio di settimane, se accogliere l’archiviazione, disporre nuove indagini o ordinare l’imputazione coatta. 

A chiedere di andare avanti nei confronti degli indagati, tra cui figura anche Chef Rubio, è stata la stessa senatrice, dopo che il pm a gennaio aveva chiuso le indagini per la richiesta di rinvio a giudizio solo nei confronti di dodici persone, tra cui alcuni residenti all’estero, accusate di diffamazione e minacce, con l’aggravante della discriminazione dell’odio razziale.  

Per altri 17, tra cui appunto Gabriele Rubini, il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione, ritenendo che i messaggi denunciati devono essere contestualizzati all’interno del dibattito social e quindi “devono essere valutati tenendo in considerazione le funzioni politiche ed istituzionali” della senatrice, nonostante si tratti di parole il cui uso viene definito “aspro, rozzo e sintomo di maleducazione e ignoranza”. 

Rubini, cuoco famoso grazie ai programmi televisivi Unti e bisunti e Camionisti in trattoria, è assunto agli onori della cronaca nei mesi passati, per le sue parole molto dure nei confronti di Segre e Israele, soprattutto dall’inizio della campagna militare a Gaza.  

Lo chef aveva infatti denunciato i “silenzi complici in protezione della colonia d’occupazione e insediamento israeliana” della senatrice, accusandola di aver “taciuto i crimini contro i palestinesi commessi dai nazisti (simbolo bandiera di Israele)”.