CANBERRA – Mentre già un milione di australiani ha votato anticipatamente, tre sondaggi d’opinione pubblicati da domenica sera a martedì indicano una campagna elettorale serrata, ma con i laburisti ancora in vantaggio.
Il rilevamento Ipsos, condotto per i quotidiani Sydney Morning Herald e The Age, fotografa i laburisti al 52% e la coalizione al 48%; quello Newspoll per The Australian, indica i laburisti al 51 e i conservatori al 49%, mentre il terzo, dell’agenzia demoscopica Essential per The Guardian, da l’opposizione al 52% e il governo al 48%.
Dopo l’inizio della campagna elettorale quando i maggiori partiti avevano aumentato le prime preferenze, il voto primario sia dei laburisti che della coalizione è diminuito. I laburisti sono a quota 34%, rispetto al 37% registrato solo una settimana fa, e il 34,7% delle ultime elezioni, mentre la coalizione rimane ferma sul 38%. L’appoggio per i partiti minori è salito complessivamente al 28%, con i verdi al 12%, più 3% rispetto all’ultimo sondaggio, One Nation al 7%, lo United Australia Party di Clive Palmer al 9%.
A meno di due settimane dal voto, il 54% degli interpellati prevede una vittoria laburista il 18 maggio prossimo, e il 59% che Bill Shorten si insedierà presso The Lodge.
Pur con percentuali diverse, da un sondaggio all’altro, Scott Morrison rimane in vantaggio su Bill Shorten nel concorso di popolarità come primo ministro preferito dagli australiani.
Il gradimento sui programmi presentati dai laburisti è misurato al 46% rispetto alla coalizione al 36%.
Il programma più popolare dei laburisti è l’impegno ad estendere la copertura Medicare per le cure oncologiche e dentarie (72%). Tra i programmi dei liberali il più gettonato è quello che punta a scongiurare l’aumento scorretto di bollette da parte delle compagnie energetiche (72%).
L’elettorato non sembra particolarmente focalizzato sulla campagna elettorale, con l’attenzione che varia tra il 19% molto interessato, al 16% completamente disinteressato, il 29% abbastanza disattento ai temi politici e il 36% abbastanza attento. L’evidente disaffezione dell’elettorato nei confronti dei maggiori partiti, nelle ultime due settimane, sembra sia stata causata dal ritiro di molti candidati per ineleggibilità o per commenti inappropriati.