CANBERRA - Secondo i dati pubblicati ieri dall’Australian Bureau of Statistics, la produttività del lavoro è calata dell’1% nell’anno fino a marzo. Chalmers ha affermato che l’inversione di questa tendenza è la sua massima priorità, sottolineando che la produttività è il motore principale del miglioramento del tenore di vita nel lungo periodo.

Nonostante la modesta crescita economica dello 0,2% nel primo trimestre del 2025, il PIL pro capite è diminuito per l’ottava volta negli ultimi nove trimestri, non essendo riuscito a tenere il passo con l’aumento della popolazione (+0.4%). Un’altra delle cause del calo va trovata nella perdita del 3,7% negli investimenti privati in macchinari e attrezzature, elemento chiave per l’aumento della produttività.

“Il mio obiettivo è favorire un rafforzamento del capitale per rendere la nostra economia più produttiva”, ha dichiarato Chalmers, evidenziando il ruolo centrale degli investimenti esteri.

Non mancano, tuttavia, elementi positivi: l’Australia dispone di capitale umano di qualità, stabilità politica e abbondanti risorse rinnovabili. Tuttavia, secondo l’economista Cherelle Murphy (EY), l’attuale contesto fiscale e regolamentare ostacola l’innovazione e gli investimenti stranieri. Gli investimenti aziendali, infatti, sono quasi dimezzati rispetto all’epoca del boom minerario.

Chalmers ha affermato che si stanno già snellendo le procedure per gli investimenti esteri e che si valutano ulteriori riforme, anche per facilitare progetti fondamentali come quelli sull’edilizia e l’energia ottenuta con le rinnovabili.

Ispirandosi al concetto americano di “abundance agenda”, Chalmers mira a rimuovere gli ostacoli burocratici e sfruttare meglio il capitale disponibile, ma ha avvertito che riforme fiscali più ampie restano difficili, vista anche la resistenza incontrata per modifiche minime, come quelle all’innalzamento della tassazione delle rendite del fondi pensione.