TEL AVIV - “Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra”, così il presidente americano Donal Trump ha annunciato sul suo social media Truth.

“I qatarioti e gli egiziani, che hanno lavorato duramente per contribuire a portare la pace, presenteranno questa proposta finale. Spero, per il bene del Medio Oriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, anzi, peggiorerà” se non lo faranno.

Non ha atteso il faccia a faccia con Benjamin Netanyahu, previsto per lunedì prossimo, il capo della Casa Bianca, un incontro per “celebrare la vittoria contro l’Iran”. 

L’annuncio della tregua è arrivato ieri, dopo i colloqui tra il ministro israeliano per gli affari strategici Ron Fermer e alti funzionari dell’amministrazione americana, tra cui il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff. Poche ore prima Trump parlando con i giornalisti in Florida aveva ribadito la sua convinzione che Netanyahu fosse pronto a un accordo e che sarebbe stato raggiunto entro la settimana. Mentre andiamo in stampa si guarda a come Hamas possa aver accolto la proposta americana e quale valore il gruppo terrorista possa dare alle parole di Trump, che suonano quasi come un ultimatum. Il presidente americano ha detto ai giornalisti che sarà “molto fermo” nei colloqui con Netanyahu durante l’incontro previsto per lunedì a Washington, e si è detto convinto che il primo ministro israeliano voglia porre fine alla guerra: “Vuole farlo. Posso dirvi che vuole farlo. Penso che la prossima settimana avremo un accordo”.

Una fonte citata dalla CNN avrebbe riferito che l’accordo, elaborato con il contributo dei qatarioti, ha voluto tener conto delle preoccupazioni di Hamas espresse nella proposta precedente; inoltre, durante il cessate il fuoco, gli ostaggi israeliani verrebbero rilasciati in cambio di prigionieri palestinesi.

Dalle affermazioni di un funzionario militare israeliano alla CNN, Israele non avrebbe ancora raggiunto tutti gli obiettivi che si era proposto con la guerra nella Striscia di Gaza, ma poiché le forze di Hamas si sono ridotte e nascoste, è diventato più difficile colpire efficacemente ciò che resta del gruppo militante. Durante il fine settimana scorso, Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “molte opportunità si sono aperte” dopo le operazioni militari israeliane in Iran, inclusa la possibilità di riportare a casa gli ostaggi ancora detenuti a Gaza. 

Tuttavia, anche con una nuova proposta sul tavolo, raggiungere un cessate il fuoco resta una sfida importante, soprattutto alla luce della costante richiesta di Hamas di siglare un cessate il fuoco permanente, che mette in dubbio la possibilità che accetti una tregua temporanea di 60 giorni. Hamas, inoltre, non ha mai rinunciato all’idea di poter rimanere al potere anche dopo la fine della guerra, possibilità categoricamente esclusa da Tel Aviv. Secondo alcune fonti citate dalla CNN, ci sono dei segnali di una certa flessibilità di Hamas rispetto alle sue posizioni più rigide.