TEL AVIV - Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, esponente dell’estrema destra nazionalista, ha dichiarato che i nuovi insediamenti sorgeranno nel nord della Cisgiordania, senza fornire ulteriori dettagli.

Il Ministero della Difesa ha precisato che tra i nuovi insediamenti saranno legalizzati alcuni “avamposti” esistenti, oltre alla costruzione di nuove comunità. Il ministro della Difesa Israel Katz ha definito la decisione “una risposta schiacciante al terrorismo palestinese” e una mossa strategica per impedire la nascita di uno Stato palestinese.

Al momento circa 700mila coloni israeliani vivono tra 2,7 milioni di palestinesi in Cisgiordania e Gerusalemme Est, territori occupati da Israele dopo la guerra del 1967. La comunità internazionale considera la maggior parte degli insediamenti illegali, inclusa l’Australia.

Nel 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che Israele viola il diritto internazionale, ordinando la cessazione degli insediamenti e il pagamento di risarcimenti. Israele ha respinto la sentenza, definendola “di parte e non vincolante”.

L’attività edilizia si è intensificata dall’inizio della guerra a Gaza, giunta al ventesimo mese. Regno Unito, Francia e Canada hanno recentemente minacciato sanzioni se l’espansione degli insediamenti proseguirà.

Il portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas ha definito la decisione “una pericolosa escalation”, mentre l’ONG israeliana Peace Now l’ha descritta come “la mossa più ampia degli ultimi 30 anni”.