DOHA - Una delegazione israeliana è partita per Doha, in Qatar, dove si terrà un nuovo round di negoziati con l’obiettivo di arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e al rilascio degli ostaggi ancora trattenuti nell’enclave palestinese.  

Lo riporta l’emittente Channel 12, dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha autorizzato la missione dei negoziatori. Della delegazione israeliana fanno parte rappresentanti del Mossad, dello Shin Bet e delle Forze di difesa israeliane (Idf).

Sul posto anche una delegazione di Hamas, il cui alto funzionario, Mousa Abu Marzouk, ha dichiarato al quotidiano del Qatar al-Araby al-Jadeed che “questa volta ci sono buone possibilità che i negoziati abbiano successo”.  

Secondo quanto spiegato da funzionari israeliani - a condizione di anonimato - si tratterebbe di un tentativo dell’ultimo minuto di raggiungere una svolta prima, che Donald Trump, presti giuramento il 20 gennaio e si insedi come presidente degli Usa.  

Intanto, l’Idf ha confermato di aver arrestato Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan nel nord della Striscia di Gaza, per supposta complicità con Hamas.  

Nelle scorse ore Amnesty International aveva denunciato la scomparsa del medico da venerdì scorso, dicendo che la sua vita era in pericolo dopo che le autorità israeliane avevano affermato di non sapere dove si trovasse.  

La ong denuncia che già nel 2023 l’ospedale da lui diretto era stato perquisito dai militari israeliani e in quell’occasione alcuni medici erano stati detenuti arbitrariamente. 

Solo ieri, i portavoce dell’esercito di Tel Aviv avevano detto a Physicians for Human Rights Israel (Phri) di non avere “alcuna indicazione dell’arresto o della detenzione dell’individuo in questione”, e per questo l’organizzazione ha presentato una petizione all’Alta Corte di Giustizia israeliana che aveva dato alle Idf una settimana di tempo per rispondere alla richiesta. 

La direttrice generale di Amnesty International, Agnes Callamard, racconta che dopo il raid che aveva messo fuori uso l’ospedale, Abu Safiya era uscito, con altri medici e il supporto di organizzazioni internazionali intenzionati a farlo funzionare di nuovo.  

La struttura ha svolto un ruolo indispensabile nel curare i bambini affetti da malnutrizione e problemi correlati alla disidratazione, nonostante le enormi difficoltà del contesto bellico e l’enorme scarsità di risorse che riescono a entrare a Gaza.