TEL AVIV - Ha preso il via la riunione del gabinetto di sicurezza israeliano chiamato a votare sull’accordo di cessate il fuoco a Gaza e liberazione degli ostaggi. Lo ha riferito un funzionario israeliano. Dopo questa votazione, sarà la volta del governo a esprimersi sull’intesa.
Il ministro per la Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha già annunciato che il suo partito Otzma Yehudit lascerà l’esecutivo se l’accordo viene approvato, mentre il collega di estrema destra e ministro delle Finanze Bezalel Smotrich dovrebbe votare contro ma restare al governo.
L’accordo di cessate il fuoco entrerà in vigore domenica come previsto e non subirà ritardi a causa delle riunioni del governo israeliano, secondo quanto riferito dalla stampa dello Stato ebraico, precisando che i primi ostaggi dovrebbero essere liberati alle 16.
Secondo quanto riferito da Haaretz, Hamas dovrebbe indicare i nomi degli ostaggi che verranno liberati giorno per giorno. Dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno fatto sapere che i nomi saranno resi pubblici solo dopo che i rapiti saranno stati consegnati alle forze armate e le loro famiglie saranno state informate.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, durante la riunione del gabinetto di sicurezza di oggi, ha riferito di aver “ricevuto garanzie inequivocabili da entrambi i presidenti Usa - sia Biden che Trump - che se la fase B dell’accordo fallirà e Hamas non accetterà le richieste di sicurezza di Israele, si tornerà a combattere intensamente con il sostegno degli Stati Uniti”. Lo riferisce la testata israeliana Ynet, sottolineando che le parole di Netanyahu potrebbero essere anche un tentativo di compiacere i due ministri di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che ha minacciato di dimettersi dal governo dopo l’annuncio dell’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza.
Decine di parenti di ostaggi, intanto, hanno chiesto in una lettera al premier di impegnarsi pubblicamente affinché “tutte le fasi dell’accordo vengano portate a termine fino al ritorno dell’ultimo ostaggio”. A firmare sono stati principalmente i familiari dei giovani tenuti prigionieri da Hamas, i quali non verranno rilasciati nella prima fase dell’accordo ma dovrebbero essere liberati nella seconda, i cui termini sono ancora da negoziare.