TEL AVIV - In un’aula tesa e segnata da urla e interruzioni, la Knesset ha approvato in lettura preliminare il controverso disegno di legge per l’istituzione di una commissione d’inchiesta “politica” sui fallimenti legati all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Con 53 voti a favore e 48 contrari, la coalizione di governo segna un punto a favore della propria strategia, nonostante l’assenza simbolica del primo ministro Benjamin Netanyahu durante il voto.
Mentre all’interno del Parlamento si consumava lo scontro politico, fuori dalle abitazioni dei ministri e davanti ai cancelli della Knesset la tensione era palpabile. Piccoli gruppi di manifestanti - per lo più familiari delle vittime e degli ostaggi - hanno dato voce a un dolore che si è trasformato in aperta accusa.
“State sputando in faccia alle famiglie in lutto, state disonorando la memoria dei caduti – ha gridato Rafi Ben Shitrit, il cui figlio Shimon è morto combattendo a Nahal Oz –. Chiedo a ogni cittadino con una coscienza sana di non collaborare con questa commissione”.
Per molti familiari, infatti, la scelta di una commissione nominata dalla politica invece che dalla magistratura equivale a un tentativo di “seppellire la verità” per proteggere i vertici del potere.
Il disegno di legge, promosso dal deputato del Likud Ariel Kallner, rompe con la tradizione delle commissioni d’inchiesta statali, solitamente nominate dal presidente della Corte Suprema per garantirne l’indipendenza.
La nuova commissione sarebbe composta da sei membri nominati con una maggioranza di 80 parlamentari su 120. Se non si trova l’accordo entro 14 giorni, coalizione e opposizione nominano tre membri ciascuno. Se l’opposizione dovesse boicottare il processo, il potere di nomina passerebbe al Presidente della Knesset, garantendo di fatto alla maggioranza il controllo sull’indagine.
Quattro rappresentanti delle famiglie delle vittime faranno parte del comitato come supervisori.
Il dibattito è stato acceso, con diversi membri dell’opposizione allontanati dall’aula dai commessi. Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha lanciato un attacco frontale a Netanyahu: “Sta sfuggendo alla responsabilità per le valigie di dollari del Qatar, per gli avvertimenti dello Shin Bet e per il disastro imminente segnalato dall’intelligence”, ha dichiarato Lapid, definendo la commissione un “certificato di morte per la verità”.
Anche all’interno della coalizione sono emerse crepe: parlamentari come Yuli Edelstein e Zeev Elkin non hanno partecipato al voto, segnalando un disagio che attraversa trasversalmente la politica israeliana.