GAZA - “Hamdam Ballal è libero e tornerà a casa dalla famiglia”. È quanto ha reso noto su X Yuval Abraham, collega del regista palestinese arrestato ieri dalle forze di sicurezza israeliane dopo gli scontri tra palestinesi e coloni in Cisgiordania.  

Lea Tsemel, l’avvocato di Hamdan Ballal, annunciando il suo imminente rilascio, aveva riferito che il suo assistito e altri due palestinesi avevano trascorso la notte sul pavimento di una base militare, ammanettati e con gravi ferite riportate in seguito agli scontri. 

Prima del rilascio, il mondo del cinema si è unito per condannare l’arresto e chiedere il rilascio del regista palestinese - vincitore di un premio Oscar con il documentario che racconta le demolizioni a opera dell’Idf nel villaggio palestinese di Masafer Yatta, in Cisgiordania. “Apprendiamo con sgomento la notizia dell’arresto di Hamdan Ballal regista di No Other Land. La violenza alla quale è stato sottoposto riguarda tutti noi autori e autrici’’, ha scritto l’Associazione 100 autori in una nota. 

“La libertà d’espressione è un diritto fondamentale che va difeso senza esitazione. Esprimiamo la nostra ferma condanna per gli incredibili atti di violenza e per l’arresto e solidarietà con Ballal. Chiediamo alla comunità internazionale di agire prontamente per ottenere il suo immediato rilascio. Siamo tutti Hamdan Ballal”, conclude il comunicato. 

Anche Wanted Cinema, presieduta da Anastasia Plazzotta, distributore italiano di No Other Land, ha espresso una “profonda afflizione per la notizia che vede protagonista Hamdan Ballal”. La casa di distribuzione milanese si è unita “agli appelli di Unita, di 100 Autori e di tutta la comunità internazionale per un intervento immediato al fine di garantire il rilascio e l’assistenza medica e legale al regista premio Oscar”.  

Girato nell’arco di cinque anni, dal 2019 al 2023, il potente docufilm israelo-palestinese racconta, giorno dopo giorno e violenza dopo violenza, la distruzione della piccola comunità rurale di Masafer Yatta, in Cisgiordania, da parte dell’esercito israeliano. Una barbarie che Basel vive sin dall’infanzia e che a un certo punto inizia a documentare con la videocamera, mentre assiste alla progressiva cancellazione di Masafer Yatta, che avviene ogni volta che i carri armati e le ruspe mandate da Israele fanno incursione nel villaggio e i soldati distruggono le case delle famiglie e le strutture sociali ritenute abusive.  

Ciò a cui il giovane Basel ha assistito è il più grande atto singolo di sfollamento forzato mai effettuato nella Cisgiordania occupata dalle truppe israeliane. Sullo sfondo delle macerie, nasce l’amicizia tra l’attivista palestinese Basel e il giornalista israeliano Yuval, che si unisce alla lotta e collabora alla documentazione di ciò che sta avvenendo. 

Nato spontaneamente come atto di resistenza creativa all’apartheid e anelito di uguaglianza e giustizia, No Other Land ha reso inaspettatamente i quattro giovani attivisti i cineasti più premiati e celebrati in tutto il mondo del 2024.