TEL AVIV - Due razzi di segnalazione sono stati lanciati contro la residenza privata del primo ministro Benjamin Netanyahu a Cesarea, caduti nel cortile della sua abitazione, secondo quanto affermato dallo Shin Bet e dalla Polizia.

Non si sono verificati danni e una dichiarazione congiunta degli organi di sicurezza ha sottolineato che Netanyahu e la sua famiglia non erano in casa in quel momento. Già nelle scorse settimane un drone era stato lanciato dal Libano e aveva colpito una facciata della stessa abitazione, provocando diversi danni. Anche in quella occasione il premier non era presente.

Intanto, è stata già aperta un’indagine per denunciare “il grave incidente che segna una pericolosa escalation”.

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha condannato l’episodio, sottolineando l’incremento di “violenza nella sfera pubblica”. “Ho parlato con il capo dello Shin Bet e ho espresso l’urgente necessità di indagare e affrontare i responsabili dell’incidente il prima possibile”, ha dichiarato Herzog in un post su X. Non è stato subito chiaro chi ci fosse dietro i razzi ma unanime è stata la condanna di tutto lo spettro politico israeliano, secondo quanto scritto dal Times of Israel.

Lo sparo di razzi contro la residenza privata del primo ministro Benjamin Netanyahu a Cesarea costituisce solo l’ultimo “anello di una catena di azioni violente e anarchiche, il cui scopo è quello di provocare l’assassinio del primo ministro e il rovesciamento del governo eletto per mezzo di un violento colpo di stato”, ha affermato il ministro della Giustizia, Yariv Levin.

Intanto, l’ultimo attacco israeliano ha ucciso 10 palestinesi e ne ha feriti almeno altri 20 in un ex edificio scolastico nel campo profughi di Shati, a Gaza City, che attualmente ospita famiglie sfollate, secondo quanto riferito dai medici del posto. Il ministero della Salute di Hamas ha quindi annunciato un nuovo bilancio di 43.799 persone uccise a Gaza da quando ha avuto inizio l’offensiva israeliana in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023. Ma nella scuola Abu Assi gestita dall’Onu, dove sono in corso le operazioni di soccorso, “potrebbero esserci ancora persone intrappolate sotto le macerie”, hanno affermato le autorità sanitarie.

Hamas sarebbe però “pronto” al cessate il fuoco, chiedendo a Donald Trump di “fare pressione” su Israele, secondo quanto dichiarato da un alto funzionario del movimento islamista palestinese alla France Presse.

“Hamas è pronto a raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza se viene presentata una proposta di cessate il fuoco e a condizione che (Israele) la rispetti”, ha dichiarato un membro di spicco del suo ufficio politico, Bassem Naim, invitando “l’amministrazione statunitense e Trump a fare pressione sul governo israeliano per fermare l’aggressione a Gaza”.

L’Iran ha intanto affermato di “sostenere” qualsiasi decisione presa dal governo libanese e dalla “resistenza” del Libano negli attuali colloqui per un cessate il fuoco nel conflitto tra Israele e Hezbollah. Trump ha “approvato” la proposta di un piano di cessate il fuoco per il Libano dopo che il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, gli ha illustrato il piano a Mar-a-Lago. Ha inoltre “espresso la speranza che ciò venga fatto prima del suo ingresso nello Studio Ovale”, il prossimo 20 gennaio. Secondo quanto riferito, il piano prevede il ritiro delle truppe e delle armi di Hezbollah dal confine con Israele a nord del fiume Litani, con l’esercito libanese e le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite incaricate di garantire che non facciano ritorno.

Intanto, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiesto “chiarimenti al nuovo ministro degli Esteri israeliano su quanto accaduto a Shama”, in Libano. Un proiettile di artiglieria inesploso - una granata calibro 155 che, in caso di esplosione, avrebbe potuto fare danni importanti vista la sua letalità - ha colpito la palestra della base Unifil.

La Farnesina ha reso noto che Tajani ha avuto un primo contatto telefonico con il collega israeliano, Gideon Saar, durante il quale ha ribadito “il convinto sostegno italiano verso Israele e la sua popolazione a seguito del barbaro attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas e dei continui lanci di razzi da parte di Hezbollah”. I due ministri hanno quindi discusso dei rischi di un’ulteriore escalation di violenza nella regione, in particolare nel caso di un aggravarsi del confronto tra Israele e Iran.

Sulle prospettive di pace, Tajani ha auspicato che possa essere raggiunta una intesa per la cessazione delle violenze nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi, alla luce della scomparsa del leader di Hamas.