WASHINGTON - Israele sta valutando la possibilità di intraprendere un’azione militare contro l’Iran - molto probabilmente senza il supporto degli Stati Uniti - nei prossimi giorni, nonostante il presidente Donald Trump sia in trattative avanzate con Teheran per un accordo diplomatico volto a limitare il suo programma nucleare.

Secondo cinque fonti citate dalla Nbc, Israele sta prendendo sempre più seriamente in considerazione un attacco unilaterale all’Iran, mentre i negoziati tra Stati Uniti e Iran sembrano avvicinarsi a un accordo preliminare o quadro, che include disposizioni sull’arricchimento dell’uranio che Israele considera inaccettabili. 

Funzionari americani sarebbero stati informati di questa possibilità, secondo quanto riporta CbsNews citando diverse fonti. L’emittente inoltre, ha rivelato che gli Stati Uniti temono che Teheran potrebbe effettuare ritorsioni su alcuni siti americani nel vicino Iraq, e questo è uno dei motivi per cui ad un certo numero di cittadini americani è stato consigliato ieri di lasciare la regione. 

Il Dipartimento di Stato ha ordinato ai funzionari governativi non in situazione di emergenza di lasciare l’Iraq a causa delle “accresciute tensioni regionali”, e il Pentagono ha autorizzato i familiari dei militari ad abbandonare volontariamente le proprie sedi in tutto il Medio Oriente, ha dichiarato un funzionario della Difesa a CbsNews. 

Intervenendo in nottata dal Kennedy Center, Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno spostando il personale americano in Medio Oriente a causa di un possibile “pericolo” nella regione. “Vengono spostati perché potrebbe diventare un posto pericoloso”, ha affermato. 

Alti funzionari militari e governativi iraniani hanno predisposto un piano per rispondere a un eventuale attacco israeliano agli impianti nucleari del Paese. A dichiararlo è stato un funzionario iraniano al New York Times. Il piano prevede un contrattacco immediato con centinaia di missili balistici, di portata simile a quello sferrato nell’ottobre 2024, quando vennero lanciati quasi 200 missili contro Israele, costringendo l’intera popolazione a cercare riparo nei rifugi antiaerei.