TEL AVIV - “Morti annunciate”: così i cittadini comuni, come i politici di alto rango, hanno definito l’omicidio a sangue freddo, con colpi da distanza ravvicinata, di due membri dello staff diplomatico dell’ambasciata di Israele a Washington. La rabbia e l’indignazione trabocca in Israele per l’attentato che ha spazzato via la vita di due giovani, colpevoli solo di essere ebrei. 

Ieri, il governo israeliano ha duramente attaccato alcuni leader occidentali, definendoli “irresponsabili” e puntando il dito soprattutto contro Parigi, Londra e Ottawa.

“L’attentato di Washington è frutto della selvaggia istigazione contro Israele”, ha affermato Benjamin Netanyahu, dicendosi scioccato. Ancor più diretto il ministro degli Esteri, Gideon Sa’ar, su X: “È il risultato dell’incitamento tossico contro Israele e gli ebrei in tutto il mondo: istigazione praticata anche da leader di molti Paesi, soprattutto europei. Ecco cosa succede quando i leader del mondo si arrendono alla propaganda terroristica palestinese e la servono”.  

Ancora più esplicito il ministro della Diaspora, Amichai Chikli, che fa nomi e cognomi: “Emmanuel Macron, Keir Starmer, Mark Carney hanno tutti incoraggiato, in modi diversi, le forze del terrore senza tracciare linee rosse morali. Questo viene pagato dal sangue ebraico”, ha scritto. 

La replica di Parigi, dopo che Macron ha inviato le condoglianze al presidente Isaac Herzog, non si è fatta attendere, ed è altrettanto dura: quelle provenienti da Israele sono “dichiarazioni oltraggiose e ingiustificate”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Christophe Lemoine, ricordando che la Francia “condanna e continuerà a condannare sempre e senza ambiguità alcuna ogni atto antisemita”.  

Da parte sua, il primo ministro britannico, Keir Starmer, non è invece voluto entrare in polemica con Israele e ha scritto sui social un post che stigmatizza “fino in fondo” l’attentato di Washington: “L’antisemitismo è un male che dobbiamo estirpare ovunque appaia”. Dal Canada è arrivato anche il messaggio social del premier, che su X ha definito l’attentato dettato da “un odio intollerabile”. 

In serata la telefonata tra il premier israeliano Netanyahu e Donald Trump, che ha presentato il suo cordoglio al primo ministro israeliano. “I due leader hanno discusso della guerra a Gaza e Trump ha espresso il suo sostegno agli obiettivi di Netanyahu: la liberazione degli ostaggi, l’eliminazione di Hamas e l’avanzamento del Piano Trump”, ha scritto in una nota l’ufficio del premier. Un messaggio a conferma che l’amministrazione Usa, pur volendo la fine della guerra a Gaza, continua ad appoggiare Bibi nell’obiettivo di distruggere il gruppo terroristico. 

Dopo il colloquio col presidente americano, Netanyahu si è rivolto nuovamente ai media, rilasciando una lunga dichiarazione in cui accusa Hamas di “non volere uno Stato palestinese, ma di volere solo distruggere Israele”. Il leader israeliano ha, infatti, dichiarato: “Non sono mai riuscito a capire come questa verità sfugga ai leader di Francia, Gran Bretagna e Canada. Per 18 anni abbiamo avuto uno Stato palestinese de facto. Si chiama Gaza. E cosa abbiamo ottenuto? La pace? Abbiamo ottenuto il più selvaggio massacro di ebrei dai tempi dell’Olocausto”. E poi l’affondo, con la citazione di un comunicato di Hamas dei giorni scorsi in cui ringraziava Macron, Starmer e Carney: “Siete dalla parte sbagliata dell’umanità e della storia”. 

Intanto, Saskia Kluit relatrice dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa per il rapporto, ha dichiarato che le scelte operate da Israele a Gaza “vanno nella direzione della pulizia etnica e del genocidio”, sottolineando “l’assoluta e urgente necessità di porre fine alla crisi umanitaria per le donne, i bambini e gli ostaggi a Gaza”.  

La parlamentare ha dichiarato che “con il blocco totale delle forniture umanitarie essenziali dal 2 marzo 2025 e la ripresa dell’attacco su larga scala al territorio da parte delle autorità israeliane, la situazione è peggiorata oltre ogni immaginazione. I bambini sono le prime vittime di questa violenza sistematica. Senza cibo, acqua pulita, cure mediche e un riparo sicuro, il loro diritto alla vita viene negato”. 

Kluit, inoltre, accusa il governo israeliano di “non rispettare il diritto umanitario internazionale, che richiede che gli aiuti umanitari siano consegnati incondizionatamente, senza ostacoli e in quantità sufficiente a sostenere la salute di una popolazione”. La popolazione palestinese di Gaza “è confinata in uno spazio sempre più ristretto, senza possibilità di fuga e senza tregua da bombardamenti e attacchi, e le cosiddette zone di sicurezza non ne offrono alcuna”, continua la parlamentare.  

“Esorto ancora una volta Israele a interrompere immediatamente l’uccisione della popolazione di Gaza”, dice Kluit, sostenendo che “la comunità internazionale deve ora adempiere al suo dovere di dire la verità e seguire gli obblighi legali previsti dalle convenzioni di Ginevra, compresa la convenzione sul genocidio”.