TEL AVIV - Il governo israeliano ha deciso di ritirare l’intera delegazione dai colloqui in corso a Doha per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dai media israeliani. I membri di alto livello del team erano già stati richiamati martedì, lasciando nella capitale del Qatar soltanto rappresentanti di livello tecnico, come confermato dall’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
La decisione ha suscitato dure critiche da parte delle famiglie degli ostaggi ancora detenuti a Gaza. Lo stallo nei negoziati persiste: Hamas chiede la fine completa delle ostilità in cambio della liberazione dei prigionieri, mentre Israele pone come condizione la resa delle armi da parte del gruppo e l’uscita dei suoi leader dalla Striscia, richieste finora respinte da Hamas.
Nel frattempo, i media palestinesi riportano che il fratello del defunto leader di Hamas Yahya Sinwar e del suo successore Muhammad Sinwar, Zakaria Sinwar, è morto in seguito alle ferite riportate in un attacco aereo israeliano sabato sera. Lo riportano i media palestinesi.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ripreso dall’agenzia turca Anadolu, ha detto che Israele si sta isolando a livello mondiale a causa della sua campagna a Gaza. “La storia chiederà conto a coloro che a Gaza sbagliano; la Turchia è al fianco dell’umanità e continuerà a farlo”, ha aggiunto. E poi: “Quella nella Striscia non è soltanto una crisi umanitaria, ma una prova di sincerità del sistema internazionale, che le istituzioni occidentali hanno fallito”.
L’Onu ha definito l’arrivo degli aiuti, che recentemente sono entrati a Gaza mettendo fine all’assedio israeliano durato 80 giorni, “una goccia nell’Oceano”, aggiungendo che la maggior parte dei palestinesi nella Striscia non avvertirà alcun miglioramento significativo nella distribuzione degli aiuti nel prossimo futuro. I beni arrivati consistono in farina, alimenti per bambini e attrezzature mediche.
Negli ultimi due giorni, i camion sono rimasti bloccati al valico di Kerem Shalom, che porta alla Striscia, dopo che le Nazioni Unite hanno dichiarato che la strada proposta dall’Idf per i camion era pericolosa e avrebbe potuto causare saccheggi. Stamattina, le parti hanno concordato un tragitto dedicato al passaggio delle merci.
Intanto il primo ministro israeliano ha parlato durante una conferenza stampa a Gerusalemme, assicurando che l’esercito israeliano controllerà “l’intera Striscia di Gaza”. Benjamin Netanyahu ha definito l’offensiva a Gaza “un’operazione senza precedenti nella storia delle guerre”, confermando che l’Idf (Forze di difesa israeliane) si impadronirà di tutto il territorio di Gaza, ma che Gerusalemme deve “garantire che non si verifichi alcuna crisi umanitaria”.
Il primo ministro israeliano ha insistito sul fatto che Israele attuerà il “piano Trump” nella Striscia quando la guerra finirà, cosa che accadrà, ha specificato, solo quando Hamas sarà espulso dall’enclave e ci saranno “condizioni chiare che garantiscono la sicurezza di Israele”. Durante la conferenza stampa a Gerusalemme, Netanyahu ha definito il piano del presidente degli Stati Uniti, “così corretto, così rivoluzionario, che dice qualcosa di semplice: i residenti di Gaza che vogliono andarsene potranno andarsene”.
Durante la conferenza Netanyahu ha spiegato che l’operazione dell’esercito israeliano, denominata “I carri di Gedeone”, sarà caratterizzata da tre fasi: nella prima, l’Idf consentirà un flusso di aiuti alimentari di base a Gaza per “prevenire una crisi umanitaria”. Nella seconda fase, le aziende americane apriranno punti di aiuto per la consegna degli aiuti. Nella terza fase, l’Idf faciliterà il movimento degli abitanti di Gaza versopunti organizzati al Sud e impedirà ad Hamas di infiltrarsi e beneficiare degli aiuti.
Ha anche ribadito che “tutta la striscia di Gaza” sarà sotto il controllo dell’esercito israeliano al termine dell’offensiva su larga scala in corso. Tuttavia, “dobbiamo evitare una crisi umanitaria per mantenere la nostra libertà di azione operativa”, ha aggiunto.