ROMA - L'economia illegale nel 2022 ha generato un valore aggiunto pari a 19,8 miliardi di euro, con un impatto dell'1,1% del totale del prodotto interno lordo del paese, rileva l'Istat. 

Rispetto al 2021, il valore aggiunto del settore illecito è cresciuto di 1,2 miliardi, “accelerando la dinamica positiva già riscontrata l'anno precedente (+6,7% contro il +5,6%)”, si legge nel report. 

I consumi finali di beni e servizi illegali sono cresciuti di 1,6 miliardi di euro, arrivando a 22,8 miliardi. 

L'aumento è stato sottolineato dall'aggiornamento dell'indagine Ipsad (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs) che ha segnalato un aumento delle prevalenze di utilizzo di eroina. 

Con riferimento al periodo 2019-2022, queste attività hanno mostrato un aumento di 0,2 miliardi in termini di valore aggiunto, e di 0,6 miliardi in termini di spesa per consumi finali, con una crescita media annua, rispettivamente, dello 0,3% e dello 0,8%.  

Questa dinamica ha portato, nel 2022, il valore complessivo dell'economia illegale al di sopra dei livelli pre-pandemia. 

La crescita è stata determinata per larga parte dal traffico di stupefacenti, settore in cui il valore aggiunto ha raggiunto 15,1 miliardi, mentre la spesa per consumi finali si è attestata a 17,2 miliardi di euro. 

Nello stesso periodo si è registrata anche una crescita dei servizi di prostituzione. Nel 2022, infatti, il valore aggiunto e i consumi finali sono aumentati, rispettivamente, del 4,3% e del 4,0%, portandosi a 4 e 4,7 miliardi. 

L'attività di contrabbando di sigarette invece rimane marginale, rappresentando una quota del 3,4% sul complesso delle attività illegali. Nel periodo analizzato, l'indotto connesso alle attività illegali, principalmente riconducibile al settore dei trasporti e del magazzinaggio, è passato invece da 1,4 a 1,6 miliardi.