MADRID - Nel segno di una lunga consuetudine di rapporti politici, culturali e umani, l’Ambasciata d’Italia ha ospitato al Palazzo di Amboage la conferenza Riflessi Mediterranei: Italia e Spagna, secoli di incontri, un appuntamento organizzato in occasione del centosessantesimo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, che ha offerto l’occasione per riflettere sul valore storico di un legame fondato sulla prossimità geografica e sull’affinità di visioni, ma anche per analizzare le prospettive future di una collaborazione sempre più necessaria nel quadro europeo e mediterraneo contemporaneo.
L’iniziativa, concepita come momento di approfondimento e dialogo, ha messo in evidenza le radici comuni che affondano in secoli di scambi artistici, intellettuali e diplomatici, sottolineando come la conoscenza, l’istruzione e i media rappresentino oggi canali privilegiati per consolidare un’identità condivisa, capace di valorizzare le differenze e di trasformarle in risorse per una cooperazione più profonda.
Ad aprire le danze è stato l’Ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi, che nel suo intervento introduttivo ha richiamato l’ispirazione che ha dato origine alla conferenza, legata alla visita di Stato in Italia di Sua Maestà il Re Felipe VI lo scorso dicembre, durante la quale il Sovrano aveva definito questo anniversario come un segno di “solidarietà, fiducia e cooperazione storica” tra Italia e Spagna.
Parole che l’Ambasciatore ha rievocato per ribadire come, in un contesto internazionale caratterizzato da tensioni geopolitiche, transizioni economiche e sfide globali, i rapporti bilaterali tra Roma e Madrid possano rappresentare un modello di collaborazione costruttiva, basata su un dialogo strutturato tra istituzioni, università, territori e imprese.
Subito dopo, Ainhoa Fábrega Larrucea, Direttrice Generale per l’Europa presso il Ministero degli Affari Esteri spagnolo, ha rimarcato la profondità della presenza italiana in Spagna, un fenomeno che si manifesta non solo nei numeri del turismo e negli scambi commerciali, ma anche nella vitalità delle relazioni accademiche e nella continua interazione tra le comunità dei due Paesi.
Moderata da Francesco Battigelli, la conferenza ha riunito accademici e personalità del mondo culturale che, da prospettive diverse, hanno contribuito a delineare la complessità e la ricchezza di un dialogo plurisecolare.
Il professor Ricardo Ruiz de la Serna ha offerto una riflessione sull’evoluzione dell’immagine dell’Italia nella cultura spagnola, intrecciando elementi storici e contemporanei per mostrare come le due identità nazionali abbiano costantemente interagito in un processo di reciproca interpretazione e influenza.
Alfonso de Ceballos-Escalera y Gila, Marchese de la Floresta, ha – invece - ripercorso la storia delle relazioni bilaterali attraverso la lente della diplomazia culturale, evidenziando il ruolo degli scambi artistici e intellettuali come strumenti di intesa e di rappresentazione politica.
Amalio de Marichalar y Sáenz de Tejada, Conte di Ripalda, ha evocato la memoria simbolica del sito archeologico di Numancia, elevandolo a emblema di resilienza e di identità condivisa nel Mediterraneo, mentre la dottoressa Lavinia Monti, dirigente dell’Ufficio per l’internazionalizzazione della formazione superiore del Ministero dell’Università e della Ricerca, ha illustrato il dinamismo della cooperazione accademica tra Italia e Spagna, testimoniato da programmi di mobilità, partenariati tra atenei e iniziative comuni nel campo della ricerca e dell’innovazione.
A concludere i lavori, gli interventi dei professori Dario Costi e Antonio Pizza, che hanno affrontato il tema delle intersezioni tra le tradizioni architettoniche dei due Paesi, mettendo in luce come le rispettive esperienze progettuali si siano arricchite a vicenda, alimentando un dibattito internazionale che continua a trarre linfa dall’incontro tra visioni estetiche e urbanistiche differenti ma complementari.