Evans Tonon, 49 anni, esce quasi correndo dalla sede del Consolato, guarda il telefono, si abbatte, infine desiste.
“Pensavo di riuscire a partire ora, andare in aeroporto in treno ed arrivare prima della chiusura delle frontiere negli Emirati Arabi, ma ho appena letto una postilla risalente a lunedì nella quale specificano che non accettano più nessuno straniero nemmeno lì”. A parlare è Sabino Gaita, 42 anni, che si trova al Consolato italiano in compagnia di Luca Sala, 40.
Entrambi sono due cantanti lirici e amici, fanno parte degli “The Italian Tenors”, noto gruppo musicale che reinterpreta canzoni del patrimonio italiano più o meno classiche in chiave moderna, e che erano arrivati nelle scorse settimana in Australia per un tour. “Eravamo qui per una serie di concerti spalmati in circa un mese, quattro settimane che si sono ridotte a due per le varie restrizione imposte per contenere i contagi di Coronavirus”.
Il divieto di assembramenti a 100 persone anche nei teatri, poi la chiusura definitiva delle sale, “ci ha visti costretti a interrompere il tour di ben 16 date previste in tutta l’Australia, riuscendo a compierne solo una metà”.
Si fermano proprio a Sydney, dove il primo volo prenotato viene annullato, così il secondo, e poi il terzo: “Ci troviamo a decidere cosa fare, se aspettare e poi cercare o affrettarci il prima possibile per il rientro”.
Ognuno di loro, come per la musica, ha anime diverse “Sabino, quello più libero dei tre, avrebbe piacere a restare qui dato che il clima è ancora respirabile. Luca, invece, ha famiglia e vorrebbe rientrare subito e io - spiega il terzo tenore Evans - pur non vivendo con i miei parenti preferirei stare nella mia casa, fra le mie sicurezze”.