PARIGI - La traduzione è il ponte che permette alla letteratura di superare i confini nazionali e raggiungere nuovi lettori. Senza il lavoro dei traduttori, infatti, molte opere resterebbero inaccessibili e il dialogo culturale tra paesi sarebbe limitato. Italissimo, il Festival della letteratura e della cultura italiana che si terrà nelle prossime settimane a Parigi, nasce proprio con l’obiettivo di favorire questo scambio e valorizzare il meglio della produzione letteraria italiana contemporanea in Francia. 

Fondato nel 2016 da Fabio Gambaro, Cristina Piovani ed Evelyn Prawidlo, il Festival è - oggi – uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati della letteratura tricolore e dagli italofili in generale, un’occasione per incontrare le nuove penne del nostro panorama letterario e permettere alle due culture di dialogare.  

“Il Festival è il risultato del mio percorso professionale e dei miei interessi personali”, spiega Gambaro, giornalista e critico letterario (nonché uno degli ex direttori dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi) che da oltre trent’anni vive nella capitale francese.  

A raccontarci dell’iniziativa, in occasione della decima edizione che si terrà quest’anno, dal 1 al 6 aprile, è proprio lui che, sin dai primi istanti del suo approdo a Parigi, si è sempre occupato di editoria incrociata – italiana e francese – e per il quale la nascita di questo festival appare essere quasi un’evoluzione naturale del suo trascorso.  

Gambaro spiega che, dietro Italissimo, si cela non solo la volontà di portare il meglio della letteratura italiana contemporanea al pubblico francese, ma anche la constatazione di un’assenza: se, sino a quel momento, la letteratura americana o quella nordica avevano già i loro spazi dedicati, la produzione letteraria italiana meritava una vetrina che la valorizzasse in modo altrettanto significativo.  

“In Francia c'è sempre stato un grande interesse per la cultura italiana, per l'Italia, per la sua storia e il suo stile di vita”, osserva Gambaro.  
 
La prima edizione del Festival ha avuto un padrino d’eccezione, Alessandro Baricco, che non solo ha accettato di partecipare, ma ha anche dato un contributo decisivo nella ricerca dei finanziamenti. “Quest'anno, per celebrare la decima edizione, Baricco chiuderà il Festival così come lo aveva inaugurato dieci anni fa”, annuncia Gambaro, svelandoci una delle prime novità dell’edizione di quest’anno. 

Fabio Gambaro (Foto: C. Sansone)

Nel tempo, Italissimo si è ampliato e consolidato, trovando sostegno sia da istituzioni italiane e francesi – come il Ministero della Cultura di entrambi i Paesi, l’Ambasciata italiana in Francia, l’Istituto Italiano di Cultura e l’Istituto per il Commercio Estero – sia da aziende private. “Oggi siamo in tanti a contribuire alla sua organizzazione”, spiega Gambaro.  

Una crescita, del resto, che non è stata solo logistica, ma anche concettuale: se nelle prime edizioni si puntava sulla scelta di un ospite d’onore che fungesse da filo conduttore dell’evento (come lo sono stati, ad esempio, Alessandro Baricco nella prima edizione e Roberto Saviano nella seconda), nel tempo questa formula è stata abbandonata a favore di una pluralità di voci, con la presenza di circa quaranta autori tra italiani e francesi, “perché Italissimo vuole essere anche un momento di scambio e di dialogo tra la cultura dei due paesi”. 

Tra gli autori protagonisti dell’edizione di quest’anno figurano nomi come quello di Dacia Maraini, Emanuele Trevi, Erri De Luca, Gianrico Carofiglio, Donatella Di Pietrantonio, Viola Ardone, ma anche diverse nuove penne della letteratura italiana come Francesca Giannone, Giacinta Cavagna di Gualdana, Monica Acito, Matteo Bianchi e Greta Olivo. 

La selezione degli ospiti segue un criterio chiaro: la qualità. “Non ci sono regole fisse se non quella di presentare il meglio della letteratura italiana contemporanea”, precisa Gambaro. Un aspetto fondamentale è che gli autori invitati siano tradotti in francese, per garantire al pubblico la possibilità di approfondire la loro opera. “Se un lettore ascolta un autore e vuole poi leggere il suo libro, deve poterlo trovare in francese”.  

Così facendo, si tenta anche di sottolineare l’importante ruolo svolto dalla traduzione nel rendere accessibile la letteratura di un determinato paese all’estero, evidenziando la necessità di riconoscere il lavoro dei traduttori, e la relazione tra gli autori e i traduttori.  

Ma Italissimo non è solo letteratura: il Festival ospita anche eventi dedicati al cinema, alla musica e alle arti performative, sottolineando la dimensione spettacolare della cultura e della letteratura. “Ogni anno proiettiamo 5-6 film, privilegiando le opere non ancora distribuite in Francia”, racconta Gambaro. Tra le pellicole in programma per questa edizione figurano Confidenza di Daniele Luchetti, Campo di battaglia di Gianni Amelio e il documentario Fiore mio di Paolo Cognetti. 

Oltre alle proiezioni cinematografiche, il Festival offre spettacoli e letture pubbliche. Quest’anno, tra gli appuntamenti più attesi, spiccano un omaggio a Cesare Pavese, una lettura di Daniel Pennac dell’opera di Antonio Moresco La Lucina, una serata dedicata a Umberto Eco e un evento speciale per celebrare il centenario della nascita di Andrea Camilleri.  

Italissimo si svolge in diversi luoghi di Parigi, con un cuore simbolico nella Maison de la Poésie, antico teatro molièriano e partner storico della manifestazione. Con una quarantina di eventi sparsi in una dozzina di location, il Festival si configura come un vero e proprio ponte tra due tradizioni letterarie che si influenzano reciprocamente, perché “la letteratura italiana non vive in maniera autarchica, ma si nutre del dialogo con altre culture, anche con quella francese”, conclude Gambaro. 

Ed è proprio in questo scambio continuo tra autori, lettori, traduttori e artisti che risiede la forza di Italissimo: un Festival che, anno dopo anno, continua a celebrare la parola scritta in tutte le sue forme. 

Per scoprire il programma completo, date un’occhiata al sito ufficiale del Festival.