Vladimiro Marianetti, 28 anni, passaporto italiano e ucraino, a Brisbane da circa tre anni, è un volto noto della nostra comunità: “Sono arrivato come stagista per la Camera di Commercio Italiana e ho avuto la possibilità di conoscere da subito la bellissima realtà degli italiani a Brisbane”. Vladimiro si è trasferito dall’Ucraina in Italia da bambino. Cresciuto a cavallo delle due nazioni, ha studiato con profitto Economia e Commercio in Abruzzo: “Con la mia famiglia siamo originari di Leopoli (Lviv) vicino alla Polonia. Nella nostra zona, per cultura siamo più vicini all’Europa dell’est che alla Russia e la cicatrice del genocidio in Ucraina non si è mai sanata nella nostra memoria storica. Come nei racconti di mia nonna, la memoria della carestia ‘fabbricata’ dall’Unione Sovietica è vivida e il trauma collettivo è ormai parte del nostro DNA”.

Vladimiro continua: “Mio fratello di 37 anni ha il permesso di soggiorno per l’Italia e avendo un bambino di 10 anni ci aspettavamo che andasse subito in Italia, ma la tensione è alta e i giovani ucraini sono pronti a combattere fino all’ultimo”.

Vladimiro riflette sull’attitudine dei propri connazionali: “Gli ucraini sono un popolo molto fiero, i giovani hanno sete di libertà e di progresso. Il presidente ucraino sta ispirando tutti a resistere e sono colpito dalla sua risolutezza in questa situazione. In verità questa attitudine mi sta anche spaventando: è stata chiamata alle armi gente che non ha mai toccato un fucile, che non ha nessuna formazione militare. Non so se è giusto avviarsi verso questa strage come dei kamikaze”.

Le speranze di Vladimiro sono nella diplomazia e nel supporto dell’Europa: “Spero che i toni di questo conflitto vengano smorzati in fretta e che si arrivi almeno a un cessate il fuoco. Sono fiero dell’orgoglio dei miei connazionali, ma gettarsi in un conflitto con un esercito professionista e tentare una guerriglia non è la soluzione né immediata né a lungo termine. Ho fiducia nell’Europa, l’Europa che gli ucraini sognano e di cui faremo parte un giorno”.