MELBOURNE - L’episodio si è verificato durante una conferenza stampa a North Melbourne alla quale partecipavano anche il ministro statale del Tesoro Jaclyn Symes e la deputata laburista Sheena Watt.
Sewell, affiancato dall’associato Nathan Bull, ha urlato contro la premier rivendicando il “diritto di protesta” e accusando il governo di voler “mettere a tacere gli australiani”. Tenuto a distanza dalla sicurezza, ha inveito contro i presenti: “Non avete il diritto di mettermi le mani addosso, siete codardi e ci riprenderemo il Paese da politici come voi”. L’interruzione ha costretto Allan e le colleghe a lasciare la scena dopo meno di un minuto.
La premier ha successivamente diffuso una nota in cui ha confermato di essere “illesa e determinata” e ha definito Sewell e i suoi seguaci “teppisti” che tentano di dividere la società alimentando odio. “Ma falliranno perché i valori dei victoriani sono forti e inclusivi”. Allan ha inoltre ricordato che la nuova legislazione anti-incitamento all’odio entrerà in vigore entro fine mese, rafforzando le norme contro l’istigazione e le minacce basate su attributi protetti.
Sewell, cittadino neozelandese noto per le sue posizioni neonazional socialiste, era già balzato agli onori della cronaca domenica scorsa, quando aveva preso la parola durante la marcia “March for Australia” a Melbourne. In quell’occasione, secondo la polizia, circa 5mila persone hanno sfilato, mentre lui avrebbe gonfiato le cifre parlando di 50mila presenze. Dopo la manifestazione, il suo gruppo è stato ripreso mentre infastidiva il presidio aborigeno di Camp Sovereignty, episodio che la polizia sta ancora indagando e che il ministro Andrew Carbines ha definito “vigliacco”.
La premier ha annunciato che il governo convocherà questa settimana la task force anti-odio per affrontare quanto accaduto e coordinare le prossime mosse contro i gruppi estremisti. La vicenda si inserisce in un contesto più ampio: già lo scorso dicembre Allan aveva presentato riforme per vietare proteste davanti ai luoghi di culto e l’uso di coperture facciali nei raduni, in risposta ai cortei organizzati da Sewell e dai suoi militanti.
Oggi, dopo l’irruzione, Sewell ha concluso la sua invettiva con un “Heil Australia” e ha rivendicato la coincidenza della sua presenza. Più tardi è comparso in tribunale per un’udienza relativa a precedenti accuse di intimidazione a poliziotti e violazione di ordini restrittivi personali. La giudice Michelle Hodgson lo ha più volte richiamato all’ordine dopo che aveva alzato la voce in aula.
L’episodio conferma l’allarme crescente sulle frange radicali che tentano di strumentalizzare le proteste anti-immigrazione. Per la premier Allan, tuttavia, l’episodio rappresenta “un distintivo d’onore”: “Se i nazisti mi odiano, vuol dire che sono dalla parte giusta”.