BUENOS AIRES – L'ultraliberista di destra Javier Milei ha vinto le elezioni presidenziali in Argentina conquistando nel ballottaggio contro il peronista Sergio Massa il 55,76% dei voti, con oltre il 97% delle schede scrutinate.

"È stata una campagna lunga e a tratti difficile. La giornata di oggi ratifica una cosa: che l'Argentina ha un sistema forte, solido e che rispetta sempre i risultati. Ovviamente non sono quelli che aspettavamo. Mi sono felicitato con Milei che è il presidente che gli argentini hanno scelto per i prossimi quattro anni". Così il primo passaggio del discorso di Sergio Massa, che ha ammesso la sconfitta al ballottaggio presidenziale ancor prima della pubblicazione ufficiale dei risultati.

"La cosa più importante che dobbiamo lasciare agli argentini è il messaggio che la convivenza, il dialogo e il rispetto della pace di fronte a tanta violenza e conflitto è la strada migliore che possiamo intraprendere", ha aggiunto.

 Al primo turno delle presidenziali, svoltosi il 22 ottobre, Massa aveva ottenuto il 36,78%  dei voti, davanti al 29,99% di Milei.

L’ultraliberista Milei promette una terapia d’urto contro la crisi economica e l’iperinflazione, e le sue proposte includono la chiusura della banca centrale e la sostituzione del peso argentino con il dollaro statunitense. Il presidente eletto dovrà fare i conti con un debito di 44 miliardi di dollari nei confronti del Fondo monetario internazionale (FMI) e un'inflazione che supera il 140%.

La partecipazione al ballottaggio di domenica è stata  del 76,39%,  secondo i dati della  Direzione Elettorale Nazionale, la seconda affluenza più bassa nella storia del Paese – dove il voto è obbligatorio – dopo quella registrata nel 2007, quando   raggiunse il 76,2% e che segnò la vittoria della peronista Cristina Fernández Kirchner . Al primo turno di queste elezioni presidenziali la partecipazione aveva raggiunto il 77,04% .

Si tratta del secondo ballottaggio della storia, dopo quello del 2015 quando  Mauricio Macri vinse  sul peronista Daniel Scioli.