WASHINGTON – Il presidente uscente Joe Biden ha annunciato ufficialmente di aver concesso la grazia al figlio Hunter, che era in attesa di sentenza in due distinti processi per possesso illegale di un’arma e per evasione fiscale.

La mossa rappresenta un cambio di rotta significativo rispetto alle promesse fatte in passato, mentre il presidente si prepara a lasciare l’incarico.

“Oggi ho firmato una grazia per mio figlio Hunter,” ha dichiarato il presidente in un comunicato ufficiale. Si tratta di una “grazia piena e incondizionata,” secondo quanto riportato dal documento esecutivo di clemenza, che non potrà essere annullato dal presidente eletto Donald Trump quando entrerà in carica a gennaio.

Con questo atto, Joe Biden ha disatteso una promessa pubblica fatta più volte, sia prima che dopo il suo ritiro dalla corsa presidenziale del 2024. Il presidente e i suoi portavoce alla Casa Bianca avevano dichiarato in maniera inequivocabile che Hunter Biden non avrebbe usufruito della grazia o di una commutazione della pena.

Il provvedimento annunciato in queste ore elimina qualsiasi rischio che Hunter Biden venga incarcerato, un’eventualità concreta prima di questa decisione. I giudici che si stanno occupando dei casi contro il figlio del presidente verranno informati del provvedimento e con ogni probabilità cancelleranno le udienze di condanna, previste rispettivamente per il 12 e il 16 dicembre.

La grazia copre qualsiasi potenziale crimine federale commesso da Hunter Biden tra il 1° gennaio 2014 e il 1° dicembre 2024. È incluso il periodo in cui Hunter era membro del Consiglio di amministrazione della società energetica ucraina Burisma, un ruolo che aveva sollevato numerose polemiche nel corso della recente campagna elettorale presidenziale.

Joe Biden ha motivato la decisione sostenendo che il figlio sia stato “perseguitato in maniera selettiva e ingiusta,” affermando che “Hunter è stato trattato in modo diverso” rispetto ad altre persone che hanno commesso reati simili. Secondo il presidente, i suoi oppositori politici al Congresso avrebbero “istigato” le accuse “per attaccare me e opporsi alla mia elezione”.

“Le accuse nei suoi casi - prosegue - sono emerse solo dopo che diversi dei miei oppositori politici al Congresso li hanno istigati per attaccarmi e opporsi alla mia elezione. Poi, un patteggiamento attentamente negoziato, accettato dal dipartimento di giustizia, è andato in fumo in aula, con diversi dei miei oppositori politici al Congresso che si sono presi il merito di aver esercitato pressione politica sul processo. Se l’accordo di patteggiamento avesse avuto luogo, sarebbe stata una risoluzione giusta e ragionevole dei casi di Hunter”.

“Per tutta la mia carriera - conclude - ho seguito un semplice principio: dire semplicemente la verità al popolo americano. Esso sarà imparziale. Ecco la verità: credo nel sistema giudiziario ma... credo anche che la politica senza regole abbia infettato questo processo e abbia portato a un errore giudiziario, e una volta presa questa decisione questo fine settimana, non aveva senso ritardarla ulteriormente. Spero che gli americani capiscano perché un padre e un presidente sono giunti a questa decisione”.

Le indagini su Hunter Biden erano iniziate nel 2018 sotto la guida di David Weiss, procuratore speciale nominato da Donald Trump, che aveva formalizzato le accuse nel 2023.