Joe Bugner è uno di quei personaggi che sembrano usciti da un film: nato in Ungheria, cresciuto in Inghilterra, adottato dall’Australia, ha attraversato decenni di carriera tra pugilato, cinema e apparizioni televisive, costruendosi un’aura da duro dal cuore buono. Un uomo imponente, alto 1,93 per oltre 100 kg, che ha affrontato i più grandi del ring e ha saputo reinventarsi più volte, senza mai perdere il sorriso.

Joseph Bugner nasce il 13 marzo 1950 a Szőreg, in Ungheria. La sua famiglia fugge dal Paese dopo la rivolta del 1956, trovando rifugio in Inghilterra. È lì che Joe cresce e scopre presto il suo talento naturale per lo sport, in particolare per la boxe. La sua stazza imponente, combinata con un’ottima agilità, lo rende subito un avversario temibile.

Bugner inizia la carriera da professionista a soli 17 anni. Nel 1971, a soli 21 anni, sconfigge Henry Cooper, leggenda britannica, in un controverso incontro ai punti, diventando campione nazionale ed europeo dei pesi massimi. Nonostante le polemiche, quel match segna l’inizio della sua ascesa nel panorama mondiale.

Nel corso della sua carriera, Bugner affronta Muhammad Ali e Joe Frazier, due delle icone assolute della boxe. Contro Ali, combatte due volte (1973 e 1975), perdendo ai punti in entrambi i casi, ma dimostrando grande resistenza e tecnica. Con Frazier, nel 1973 a Londra, è un’altra battaglia durissima che termina con la sconfitta ai punti. Pur non vincendo questi scontri epocali, Bugner conquista il rispetto mondiale per il suo coraggio e la sua solidità.

Negli anni ‘70, Bugner conquista anche il pubblico italiano grazie alla sua partecipazione a due celebri film con Bud Spencer, in cui interpreta ruoli comici e scanzonati, perfettamente in linea con lo stile inconfondibile dell'attore romano. In questi due film, Lo chiamavano Bulldozer (1978) e Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre (1979), Bugner interpreta personaggi simpaticamente goffi ma fisicamente imbattibili, diventando la ‘spalla’ di Spencer e regalando al pubblico momenti di comicità fisica e scazzottate nel perfetto stile di quegli anni. Anche se non affiancò mai direttamente Terence Hill, Bugner fu per un breve periodo considerato una valida alternativa nella formula del ‘duo comico-action’.

Per molti fan, questi film sono oggi cult assoluti, e la presenza di Bugner ha lasciato un’impronta particolare nell'immaginario collettivo del cinema popolare italiano.

Dopo un primo ritiro negli anni ‘80, Bugner si trasferisce in Australia, stabilendosi nella Gold Coast. Qui diventa cittadino australiano e riprende la carriera pugilistica, diventando campione australiano dei pesi massimi e poi Commonwealth Champion, rientrando clamorosamente tra i top del ranking mondiale a oltre 40 anni. L’Australia non è solo un luogo fisico, ma una seconda vita: qui Bugner si reinventa, si stabilizza e trova nuove opportunità al di fuori del ring.

Grazie al suo fisico imponente e al suo carisma naturale, Bugner trova nuovamente spazio nel mondo dello spettacolo. Recita in diversi film, spesso in ruoli da ‘duro’ o da bodyguard, tra cui si ricordano apparizioni in Street Fighter (1994, accanto a Jean-Claude Van Damme) e Crocodile Dundee II (1988). Partecipa anche a reality show in Australia, come ‘I’m a Celebrity… Get Me Out of Here!’, mostrando un lato umano e divertente, molto apprezzato dal pubblico.

Bugner non è mai stato campione del mondo, ma è stato uno dei più longevi, rispettati e ammirati pugili della sua epoca. La sua capacità di reinventarsi, di rialzarsi dopo ogni sconfitta, sul ring o nella vita, è forse la sua vittoria più grande. Simbolo di resilienza, emigrante diventato eroe sportivo, attore per caso e australiano per scelta, Bugner rappresenta l’archetipo del lottatore gentile: uno che ha vissuto mille vite e che ha saputo restare sempre fedele a sé stesso. In un mondo dove molti crollano dopo il primo colpo, lui ha sempre saputo rialzarsi. E, forse, è proprio questo che lo rende comunque un campione.