WASHINGTON – Kamala Harris, candidata democratica sconfitta da Donald Trump nelle elezioni del 2024 per la presidenza Usa, non correrà per la carica di governatore della California nel 2026. La decisione, annunciata dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti, lascia aperta la porta per una nuova candidatura alla Casa Bianca nelle elezioni del 2028, quando il partito repubblicano non potrà puntare ancora su Trump.
“Negli ultimi sei mesi, ho riflettuto su questo momento della storia della nostra nazione e sul modo migliore per continuare a lottare per il popolo americano e promuovere i valori e gli ideali a cui tengo”, ha dichiarato Harris in una nota.
“Sono una devota dipendente pubblica e, fin dall’inizio della mia carriera, ho creduto che il modo migliore per fare la differenza nella vita delle persone e lottare per un futuro migliore fosse migliorare il sistema dall’interno. Ed è stato un profondo onore svolgere questo lavoro e servire il popolo della California e la nostra nazione, come procuratore, procuratore generale, senatore degli Stati Uniti e vicepresidente”, ha aggiunto.
Negli ultimi mesi, con il rientro in California dopo la sconfitta alle elezioni di novembre 2024, Harris ha “considerato seriamente la possibilità di chiedere al popolo della California il privilegio di essere governatore. “Amo questo Stato, la sua gente e le sue promesse. È casa mia. Ma dopo una profonda riflessione, ho deciso che non mi candiderò a governatore in queste elezioni”, ha dichiarato.
Le ipotesi su quale sarebbe stato il prossimo passo di Kamala Harris sulla scena politica sono iniziate poco dopo la sua sconfitta alle elezioni presidenziali di novembre.
A 60 anni, Harris è ancora politicamente giovane, e la sua frenetica campagna di 107 giorni per la Casa Bianca – lanciata dopo il ritiro di Joe Biden – l’ha portata sotto i riflettori di tutti i media statunitensi.
Per molti osservatori, la carica di governatrice della California sembrava un approdo naturale per l’ex vicepresidente. Harris aveva già rinunciato a candidarsi per quel ruolo nel 2016, scegliendo invece il Senato e lasciando campo libero a Gavin Newsom, dando così il via alla sua rapida scalata a livello nazionale.
Con Newsom prossimo alla fine del suo mandato nel 2026, la corsa è apertissima. E in uno Stato dal peso politico come la California, la carica di governatore offre una visibilità che va ben oltre i confini statali.
Ma candidarsi in questa tornata elettorale avrebbe significato quasi certamente la rinuncia a una nuova sfida presidenziale: la prossima campagna per la Casa Bianca entrerà nel vivo all’inizio del 2027, proprio quando il nuovo governatore californiano sarà appena entrato in carica.
Nonostante il ritorno nella sua residenza di Brentwood, lussuoso quartiere di Los Angeles, Harris sembra tuttavia puntare a mantenere un profilo nazionale.
In aprile è riapparsa in pubblico con un discorso a San Francisco, durante una raccolta fondi per i Democratici: ha lanciato l’allarme su una presunta crisi costituzionale fomentata da Trump e ha invitato il partito a restare compatto contro lo smantellamento dei valori americani.
I sondaggi sul voto del 2026 sono ancora prematuri e frammentari, ma un’indagine condotta ad aprile da Inside California Politics e Emerson College ha rilevato che il 31% degli elettori sarebbero stati favorevoli a un’ipotetica candidatura di Harris nello Stato, mentre nessun altro potenziale sfidante ha superato la soglia delle due cifre.