TEHERAN - La guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha pubblicato una serie di post sui social, definendo Israele “un regime sionista terrorista” e dichiarando: “La battaglia ha inizio. Non mostreremo pietà ai sionisti”.
Le dichiarazioni sono arrivate poco dopo il lancio di due ondate di missili balistici da parte dell’Iran verso Israele, attacchi che hanno innescato sirene in tutto il Paese, inclusa la Cisgiordania. La prima raffica è stata lanciata intorno alle 4:00 (ora australiana), seguita da un secondo attacco circa 40 minuti dopo. Appare come siano stati impiegati missili ipersonici, il cui intercettamento è quasi impossibile. Nonostante l’assenza di vittime, diversi veicoli sono stati danneggiati da un incendio scoppiato in un parcheggio nel centro di Israele.
Precedentemente il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, era intervenuto con toni duri, chiedendo la “resa incondizionata” dell’Iran e dichiarando che Khamenei è “un bersaglio facile”, sebbene per ora si opponga ad un assassinio mirato.
Nel frattempo, l’IDF (Esercito israeliano) ha intensificato la sua offensiva in territorio iraniano, chiedendo agli abitanti del Distretto 18 di Teheran di evacuare per imminenti attacchi su infrastrutture strategiche. Raid aerei sono stati segnalati anche a Karaj, già nota per ospitare un impianto nucleare.
Israele ha lanciato l’operazione sei giorni fa con l’obiettivo dichiarato di eliminare la minaccia esistenziale rappresentata dai programmi nucleari e missilistici iraniani. Il bilancio è già grave: Teheran denuncia 224 morti, mentre Israele ha subito 24 vittime e oltre 500 feriti a seguito di più di 370 missili e centinaia di droni lanciati dall’Iran.