Simbolo della più antica civiltà rurale e della cultura della transumanza, il Carnevale in Basilicata è l’espressione del legame indissolubile tra la popolazione, gli animali e il paesaggio. Riti carnevaleschi, fatti di rituali suggestivi, tutelati dalla “Rete dei Carnevali lucani con valenza antropologica e culturale”. Capofila del progetto è Tricarico, che ha coinvolto altri borghi lucani, ognuno con il proprio rito e la propria identità, in un cammino condiviso: Teana con l’orso, Satriano con il Rumita, Cirigliano con le stagioni, Aliano con le maschere cornute, San Mauro Forte con i campanacci, Lavello con il Domino, Montescaglioso con due carnevali e Stigliano con il Pagliaccio. Protagonisti di tutti i carnevali storici sono il mondo naturale e quello animale attraverso la moderna lettura di miti e leggende arcaiche.
Il carnevale di Tricarico, “l’mash-kr” in dialetto locale, è rappresentato dal toro e dalla mucca: le maschere indossano, rispettivamente, un copricapo nero addobbato con lunghi nastri rossi e un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo, entrambi bianchi, decorato con lunghi nastri multicolori che scendono lungo le caviglie. Il carnevale di Teana è caratterizzato dall’improvvisazione, dall’istinto e dalla curiosità: è uno dei più noti e seguiti in terra lucana, con protagonista principale l’orso. L’unicità di Satriano è rappresentata dalla “Foresta che cammina” dove gli alberi diventano uomini e gli uomini diventano alberi, ispirati alla figura misteriosa del Rumita, anima silente che rappresenta lo spirito del bosco.
Protagonisti del carnevale di Cirigliano sono Pulcinella e le maschere delle quattro stagioni e dei 12 mesi dell’anno; la sfilata parte dal cinquecentesco castello baronale per poi snodarsi tra le suggestive viuzze del centro storico illuminate dalla luce delle fiaccole e rallegrate dalla festosità del corteo. Le maschere cornute di Aliano rievocano creature demoniache e goffe, il cui carattere minaccioso è mitigato dai colorati cappelli che ne decorano il capo. Durante il carnevale di San Mauro Forte i campanacci spezzano la quiete del borgo con il loro suono cupo ma assordante, che si propaga lungo le strade e i vicoli fino alla torre normanna, in un’atmosfera suggestiva e misteriosa.
In occasione del carnevale di Lavello si balla fino al mattino con il Domino, maschera caratterizzata da una lunga tunica in raso. Il carnevale di Montescaglioso ha una doppia anima: il Martedì Grasso va in scena il “Carnevalone tradizionale”, che vede sfilare gruppi mascherati che suonano campanacci, figure cariche di simbolismo; la domenica che precede il Martedì Grasso è la volta del “Carnevale Montese” con la sfilata di imponenti carri allegorici. Protagonista del carnevale di Stigliano, con radici antiche e che nel corso del tempo ha subito evoluzioni, è la maschera del pagliaccio con in mano un fiasco di vino e il cupa-cupa.