WASHINGTON – Dal Wisconsin alla Georgia, dalla North Carolina alla Virginia. Gli ultimi giorni di campagna elettorale per Kamala Harris e Donald Trump sono un frenetico zig-zag da uno Stato in bilico all’altro nel tentativo di convincere gli americani ad andare alle urne in massa il 5 novembre.
Più che mai lontani nelle loro due visioni per l’America, i due avversari si sono ritrovati a pochi chilometri di distanza in North Carolina, dove non vince un democratico da 50 anni ma dove nel 2020 il tycoon ha battuto Joe Biden solo dell’1%. Anche il presidente è sceso in campo in questo ultimo weekend di campagna, nella sua Scranton, in Pennsylvania, accompagnato dalla nipote Natalie e circondato dallo zoccolo duro dei suoi sostenitori, i sindacalisti, in una sorta di addio alle armi per l’anziano commander-in-chief.
“Il corrotto Joe ha creato milioni di posti di lavoro finti”, ha attaccato invece il tycoon a Gaston, ricordando i dati sull’occupazione usciti qualche giorno fa. “Sono i peggiori di sempre, un disastro”, ha incalzato The Donald, che poi ha accusato la sua rivale di “non parlare mai di economia” ma di passare il tempo ad insultarlo. “Riporterò in vita il sogno americano”, ha assicurato il repubblicano che, nonostante continui a ostentare sicurezza, secondo persone a lui vicine sarebbe sempre più “ansioso e irrequieto” in vista del voto. “Tormenta il suo staff con telefonate all’alba o nel cuore della notte”, ha riferito un funzionario della campagna ad Axios.
Nonostante quanto sostenuto dal suo rivale, anche Harris negli ultimi comizi si è voluta soffermare sulla sua agenda economica, forse l’unico argomento che appassiona davvero la maggior parte degli americani, ribadendo di voler “contenere” i prezzi dei generi alimentari e di prima necessità, dare incentivi da 25.000 dollari per l’acquisto della prima casa e sostenere la classe media. “Trump sta stilando la lista dei nemici, io quella delle cose da fare”, ha insistito la vice presidente in Georgia, un altro Stato cruciale per la conquista della Casa Bianca. Un messaggio classico della sua strategia ma che secondo alcuni osservatori è un po’ fiacco in una corsa in cui l’avversario ha il coltello tra i denti.
Il New York Times ha rivolto l’appello finale agli americani con una colonna nella prima pagina del suo sito. “Conoscete già Donald Trump. Non è adatto ad essere il presidente, basta guardarlo, ascoltare chi lo conosce meglio. Ha cercato di sovvertire un’elezione e rimane una minaccia per la democrazia”, ha scritto l’editorial board del quotidiano. “Ha contribuito a rovesciare Roe, con conseguenze terribili. La corruzione e l’illegalità di Trump vanno oltre le elezioni: è tutta la sua etica. Mente senza limiti. Se sarà rieletto utilizzerà il governo per perseguire gli oppositori e attuare deportazioni di massa. Devasterà i poveri, la classe media e i datori di lavoro”.
E mentre Liz Cheney chiede all’ex capo di suo padre - George W. Bush - di esprimersi contro il tycoon e dare il sostegno ad Harris, i democratici stanno preparando un piano per rispondere ad un’eventuale dichiarazione di vittoria anticipata da parte di Trump come avvenne del 2020. Secondo quanto riferito alla Reuters da funzionari della campagna e del partito, i dem stanno mettendo appunto una strategia che prevede appelli alla “pazienza” e alla “calma” sulle principali piattaforme social e le maggiori reti televisive nel caso The Donald facesse qualche annuncio.
“Non appena Trump dichiarerà falsamente di aver vinto, noi saremo pronti ad andare in Tv per dire la verità e ad attingere ad un’ampia rete di persone che possono usare la loro influenza per confutare le sue bugie”.