PARIGI - Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Remy Heitz, ha respinto le accuse secondo cui la condanna di Marine Le Pen (a quattro anni di carcere e cinque di ineleggibilità) per appropriazione indebita di fondi pubblici abbia motivazioni politiche. “La giustizia non è politica, questa decisione non è una decisione politica ma giudiziaria, presa da tre giudici indipendenti e imparziali”, ha detto in un’intervista a RTL, dopo le critiche alla magistratura per la condanna della leader di Rassemblement National (Rn).
Il verdetto “è stato emesso in conformità con la legge”, ha insistito Heitz che ha poi definito “inaccettabili” gli “attacchi personali contro i magistrati e le minacce che possono essere oggetto di procedimento penale. La decisione del tribunale è stata presa al termine di un processo che ha tutte le carte in regola per essere un processo equo, dopo un dibattito in contraddittorio durato due mesi, un’indagine durata anni”, ha ricordato.
Il procuratore si è detto “scioccato” dal fatto che il presidente del tribunale che ha emesso la sentenza sia stato posto sotto protezione. “È del tutto anormale che un magistrato venga attaccato”, ha sottolineato, ora servono “moderazione e serenità”.
Per quanto riguarda il processo di secondo grado, sarà la Corte d’appello di Parigi a stabilire quando. “Dipenderà dal calendario delle udienze”, ha spiegato Heitz, in ogni caso, le date si potrebbero conoscere “abbastanza rapidamente”.
Jordan Bardella ha annunciato che nel fine settimana saranno organizzate in Francia manifestazioni in sostegno di Marine Le Pen: “Ritengo che i francesi debbano indignarsi e questo fine settimana organizzeremo manifestazioni e distribuzioni di volantini - ha detto il presidente di RN in un’intervista a CNews -. Ritengo che questa sentenza sia sproporzionata e non in linea con la giurisprudenza del Consiglio costituzionale. Si tratta di una pura e semplice negazione dello Stato di diritto, perché il nostro diritto a un processo equo è stato violato”.
Secondo Bardella si tratta, infatti di un tentativo di eliminare Le Pen dalla corsa presidenziale. “I giudici hanno deciso semplicemente di eliminare la candidata del Rassemblement National dalla corsa alle presidenziali, che non solo è data al secondo turno, ma è anche presentata come la favorita. Faranno di tutto per impedirci di arrivare al potere”.
Il presidente di RN ha anche denunciato quello che ha definito un clima “preoccupante” in Francia: “Che razza di democrazia è questa? La Francia, Paese dei diritti umani, in pochi giorni chiude il primo canale della Tnt, si impedisce al leader dell’opposizione di presentarsi alle elezioni presidenziali, senza possibilità di ricorrere in appello contro una decisione giudiziaria e si richiede la reclusione a vita per un ex presidente della Repubblica”.
Detto questo, Bardella ha tenuto a prendere le distanze dagli eccessi nella reazione alla decisione: “Le minacce, gli insulti o le offese nei confronti di giudici o magistrati sono inaccettabili e li condanniamo”, ha assicurato. Per Bardella, comunque, non è il momento ora di parlare di chi sarà il candidato di RN alle presidenziali del 2027, dopo la condanna inflitta alla leader storica. “Non entrerò nei dettagli, perché oggi siamo in ginocchio, ma siamo tutt’altro che morti. Finché non avremo combattuto questa ingiustizia e non avremo fatto ricorso a tutti i mezzi possibili, mi rifiuto di entrare in questo scenario”, ha chiarito.