L’impianto sarebbe il primo a utilizzare l’elemento metallico radioattivo torio al posto dell’uranio.

I reattori a sali fusi vengono considerati "intrinsecamente più sicuri" dei tradizionali reattori raffreddati ad acqua, ma necessitano di soluzioni volte a prevenire la corrosione causata dai sali radioattivi surriscaldati e il loro smaltimento.

I piani per il reattore a sali fusi di torio (TMSR), rivelati per la prima volta dal South China Morning Post, sono stati dettagliati in un rapporto di valutazione ambientale che è stato brevemente pubblicato sul sito web dell’Istituto di fisica applicata di Shanghai (SINAP) prima di essere rimosso.

Secondo il rapporto, un prototipo di TMSR nello stesso sito, progettato per produrre 2 megawatt di energia termica, ma non elettricità vera e propria, ha raggiunto una fase avanzata nell’ottobre dello scorso anno.

Basandosi sui risultati del prototipo, la nuova struttura produrrà 60 MW di calore che verrà utilizzato per generare 10 MW di elettricità e idrogeno come parte di un più ampio polo di ricerca sulle energie rinnovabili e a basse emissioni di CO2.

La costruzione dovrebbe iniziare l’anno prossimo, nei pressi di Wuwei, nella provincia settentrionale cinese del Gansu, con la piena operatività prevista per il 2030. 

Le scorie del reattore saranno immagazzinate sottoterra nel Gobi. 

Il progetto riemtra nel piano di raggiungimento dell’impatto climatico pari a zero entro il 2060, che ha visto Pechino finanziare la ricerca su un’ampia varietà di tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio, compresi nuovi tipi di  reattori nucleari e di quelli compatti modulari (SMR).

I reattori tradizionali raffreddati ad acqua devono funzionare a pressioni elevate in modo che l’acqua non si trasformi in vapore.

Il sale fuso vaporizza a temperature molto più elevate, quindi i reattori non necessitano di essere pressurizzati allo stesso modo.

Il torio presenta alcuni potenziali vantaggi come combustibile rispetto all’uranio, poiché è in grado di produrre scorie radioattive dai tempi di decadimento più brevi ed e molto più abbondante dell’uranio, soprattutto in Cina.

Secondo il rapporto SINAP, le riserve industriali accertate di torio della Cina ammontano a circa 280mila tonnellate, seconde solo a quelle dell’India (340mila), sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico della Cina per 20mila anni.

La notizia sta generando entusiasmo nella comunità scientifica perché sta a significare che i ricercatori cinesi hanno avuto  successo nel superare le sfide tecniche che hanno reso i TMSR impraticabili in passato.

L’opposizione federale ha recentemente annunciato che costruirà una serie di centrali nucleari se vincesse le prossime elezioni.

Nigel Marks, professore associato di fisica alla Curtin University, ha detto che  se i reattori a sali fusi e torio si dimostrassero commercialmente fattibili avrebbero un impatto enorme.

"Se l’Australia decidesse di passare al nucleare, dovremmo assolutamente prenderlo in considerazione, nonostante la geopolitica", ha detto.

"L’Australia possiede dal 10 al 15% del torio mondiale. In Australia, abbiamo ottime opzioni per lo stoccaggio dei rifiuti nucleari; non solo abbiamo alcune delle rocce più antiche e geologicamente stabili del mondo, ma abbiamo un’eccellente tecnologia sviluppata presso l’ANSTO, l’Organizzazione australiana per la scienza e la tecnologia nucleare".