SYDNEY - Lo rivela un nuovo rapporto del think tank australiano Lowy Institute, che indica Pechino come il maggiore creditore mondiale per i Paesi in via di sviluppo, avendo superato i contributi dell’intero blocco occidentale.
Attraverso l’iniziativa Belt and Road, lanciata nel 2013, la Cina ha investito massicciamente in progetti infrastrutturali globali. Negli ultimi anni, Pechino ha aumentato anche il numero di sovvenzioni – fondi a fondo perduto – nel suo portafoglio di aiuti allo sviluppo. Tuttavia, molti prestiti includono periodi di grazia che ora stanno scadendo, rendendo inevitabile un picco nelle restituzioni.
“L’ondata di prestiti cinesi negli anni 2010, unita alla struttura dei finanziamenti, ha reso prevedibile questo aumento dei costi di servizio del debito”, ha dichiarato Riley Duke, autore del rapporto.
Il peso del debito rischia di colpire duramente le popolazioni più povere, frenando i processi di riduzione della povertà, lo sviluppo economico e aumentando il rischio di instabilità politica.
I dati si basano su 54 dei 120 Paesi destinatari, poiché la Cina non pubblica regolarmente informazioni dettagliate sui propri finanziamenti, suggerendo che il totale reale potrebbe essere ancora più alto.
La pubblicazione viene diffusa poco prima di un importante vertice tra Cina e i Paesi del Pacifico a Xiamen, dove il ministro degli Esteri cinese Wang Yi incontrerà rappresentanti di 11 nazioni insulari. La Cina punta a rafforzare la cooperazione regionale e a consolidare i legami politici ed economici con i Paesi del Pacifico, in un contesto di crescente pressione finanziaria sui debitori.