CANBERRA - La dichiarazione è stata fatta mentre si intensificano le critiche all’accordo, con alcuni esperti che suggeriscono un cambio di rotta nella strategia australiana.
L’ex primo ministro liberale Malcolm Turnbull ha sollevato dubbi sulla capacità dell’Australia di ottenere i sommergibili a propulsione nucleare promessi, sottolineando che la vendita rimane condizionata alle esigenze e alla capacità della Marina degli Stati Uniti.
“Il risultato più probabile del primo pilastro dell’AUKUS è che finirà per non avere sommergibili propri”, ha dichiarato ieri Turnbull durante un intervento al Parlamento.
“L’Australia avrà marinai che serviranno su sommergibili statunitensi e fornirà loro una base nel Western Australia. Avremo perso sia sovranità che sicurezza, oltre a ingenti somme di denaro. Per questo dico che è un pessimo accordo”.
Intanto, un movimento anti-AUKUS, chiamato Labor Against War, ha scritto ai parlamentari federali laburisti e ai candidati esortandoli ad abbandonare l’accordo, “visto l’enorme sconvolgimento nelle relazioni tra Stati Uniti e Australia negli ultimi giorni e settimane”.
L’ex senatore laburista e sostenitore della campagna, Doug Cameron, ha dichiarato che continuare con l’AUKUS toglierebbe valore ai “numerosi successi del Partito laburista al governo e rafforzerebbe coloro che traggono profitto a scapito della pace e della diplomazia".
Dutton, invece, ha ribadito la necessità dell’accordo, esprimendo elogi per il primo ministro Anthony Albanese per il sostegno bipartisan.
“La necessità dell’AUKUS è più grande che mai - ha affermato Dutton a Melbourne -. Chiunque analizzi obiettivamente l’intesa con Stati Uniti e Regno Unito riconosce che questa capacità garantirà la nostra sicurezza per il prossimo secolo”.
Alla domanda relativa al presunto sostegno del presidente americano Donald Trump all’accordo, Turnbull ha risposto ironicamente: “Certo che gli piacerebbe. È un pessimo accordo per noi. Trump potrebbe pensare: ‘Chi sono questi ingenui che hanno accettato un simile patto?’”.