ITUZAINGÓ (BUENOS AIRES) – A volte nell’immaginario dei discendenti italiani, l’idea del paese d’origine è cristallizzata nei ricordi dei nonni e nell’immaginario popolare.
I responsabili dell’agenzia consolare di Morón sono invece convinti che il legame fra l’Italia e l’Argentina possa essere un ponte per condividere idee e casi di successo nella gestione del patrimonio culturale.
Per questo motivo è stata presentata la conferenza Italia contemporanea, culture e territori del nuovo millennio, condotta da Emiliano Paoletti, gestore culturale che oggi è direttore del Polo del '900 a Torino.
Ad aprire la presentazione è stato l’agente consolare Giulio Barbato, che ha sottolineato l’importanza dello scambio culturale e della cultura come strumento per l’inclusione e come motore per l’innovazione.
“La cultura ci aiuta a mantenerci umani, siamo abituati a calcolare il valore delle cose in base al guadagno di un investimento, ebbene, oggi dobbiamo decidere se rimanere umani e civilizzati è un guadagno sufficiente” ha dichiarato Giulio Barbato.
Ha concluso il suo discorso ratificando che la cultura è fondamentale nella ricerca del bene comune, ricordando che è stabilito nella Costituzione italiana, citando l'articolo 3, comma 2.
Il passaggio allude all'obbligo per la Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono al lavoratore la piena partecipazione dei lavoratori alla vita politica, economica e sociale del Paese: uno degli strumenti per farlo è appunto garantire a tutti l'accesso alla cultura.
Si è poi rivolto ai ragazzi della scuola paritaria Ugo Foscolo di Ituzaingó, presenti in sala, e ha sottolineato che condividere storia e cultura può essere una grande opportunità per le nuove generazioni.
L’oratore, Emiliano Paoletti, è laureato in Storia Contemporanea all’Università di Bologna ed è stato responsabile della gestione della Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo, del centro culturale La Pelanda di Roma, in un'area un tempo occupata da un mattatoio. È stato inoltre assessore per le politiche culturali di Roma Capitale.
La conferenza era incentrata sul suo lavoro nella gestione di questi spazi e nell’organizzazione di eventi massa che hanno cambiato il modo in cui i cittadini romani interagiscono con il patrimonio culturale della città.
In particolare, ha approfondito su due esempi emblematici: il recupero del Mattatoio di Testaccio, agli inizi degli anni Duemila, e la sua trasformazione nel centro culturale La Pelanda, e la Festa di Roma a Capodanno del 2019.
Facendo riferimento alle parole dell’Agente consolare, ha ribadito che fondamentalmente la cultura ci rende felici, insieme, e che l’arte ci aiuta ad affrontare ciò che ci spaventa, aiutandoci ad accettarlo con comprensione e compassione.
Raccontando la propria esperienza come promotore culturale, ha dimostrato come la mediazione fra i diversi settori che convivono nella città di Roma – artisti, residenti, turisti, istituzioni… – sia stata la strategia fondamentale per il successo nell’organizzazione degli eventi.
Alla conferenza erano presenti anche i rappresentanti locali degli italiani all’estero fra cui il rappresentante dei Comites della circoscrizione di Morón Domingo Mazza, Barbara Pepe (consigliera del Comites di Morón come rappresentante dei residenti di Ituzaingò), Michele Di Biasi, Gerardo Rosica, il consigliere Luciano Leali, Juan Carlos Berto, Santiago Faut, Mariana della Chiusa (consigliere della sezione di Merlo) e l’ufficiale pubblico consolare Sara Amilcare.
Hanno assistito anche il sindaco di Ituzaingò, Alberto Daniel Descalzo e Rita Sale, direttrice del Centro Universitario, che ha svolto il ruolo di maestra di cermonie.
Da sinistra: Rita Sale, Alberto Daniel Descalzo mentre consegna un regalo di benvenuto a Emiliano Paoletti, al centro Giulio Barbato e a destra Domingo Josè Mazza.