LA PLATA – La Plata è stata sede, questo fine settimana, del IX Congresso della Federazione dei Circoli Sardi in Argentina – Ius Cordis Per Sempre Sardi, un motto che richiama l’appartenenza “per diritto del cuore”: essere sardo come identità scelta e vissuta, oltre il luogo di nascita.

L’incontro ha unito storia, dibattiti attuali e celebrazione culturale, con la partecipazione di associazioni di diverse province e una notevole presenza internazionale.

Il Congresso è stato ospitato dal Circolo Sardo di La Plata, fondato nel 1989, che ha accolto delegazioni da tutto il paese e rappresentanti della diaspora. Per due giornate, i circoli hanno condiviso relazioni, rinnovato le autorità e delineato un’agenda comune per il prossimo anno, in un clima segnato dall’emozione e dalla coesione comunitaria.

“È stato un congresso di unità, con tutti i sardi uniti”, ha riassunto Juana Signorini, presidente del Circolo Sardo di La Plata.

La dirigente ha sottolineato l’intensità del fine settimana e il carattere federale dell’incontro, con la partecipazione di ben otto circoli sardi dell’Argentina: oltre a La Plata, Tucumán, Mar del Plata, Sardi Uniti della provincia di Buenos Aires, Neuquén, Radici Sarde di San Isidro, Rosario e l’Associazione Sardegna di Villa Gobernador Gálvez (Santa Fe). “È stato un incontro molto bello ed emozionante”, ha aggiunto.

Alla rappresentanza nazionale si è aggiunta un’importante presenza internazionale. Hanno partecipato Nicoletta Menneas, vicepresidente della Federazione delle associazioni sarde in Italia (Fasi), la rappresentante canadese della consulta regionale Giovanna Filia, la brasiliana Ángela Liciardi, il presidente del Circolo Sardo di Bologna, un rappresentante della Federazione dei circoli della Germania e giornalisti radio-televisivi della Sardegna. A loro si sono aggiunte autorità italiane e argentine, legate alle collettività e alla cooperazione istituzionale.

Le relazioni dei circoli hanno affrontato problematiche attuali della comunità sarda in Argentina. “Hanno iniziato esponendo i propri pareri su diversi temi: dalla cittadinanza, e un altro ha affrontato il tema del perché a volte sia difficile tornare in Sardegna”, ha spiegato Juana.

Uno degli assi più sviluppati è stato il rientro in Sardegna, pensato non solo come desiderio affettivo, ma come possibilità concreta, sebbene con sfide reali. In questo quadro sono stati presentati strumenti e programmi rivolti a chi valuta di emigrare o rientrare nell’isola.

“Dobbiamo dare alle persone che vogliono andare a lavorare in Sardegna la possibilità di conoscere quali opzioni reali hanno. Per questo è stato creato Sardegna QR: per fornire informazioni concrete sulle necessità e i prezzi — quanto può costare un affitto, quanto costa vivere lì — ed evitare che qualcuno parta ‘così, perché sì’, senza un’idea chiara di ciò che troverà”, ha affermato la presidente platense.

La discussione ha incluso esempi specifici di inserimento lavorativo per i vari settori professionali, così come avvertenze su requisiti e pianificazione. Juana ha citato il caso di un socio del circolo, discendente di sardi e carpentiere, che è riuscito a trovare lavoro in Sardegna perché la sua figura professionale è molto richiesta.

Ha inoltre sottolineato la domanda di professionisti della salute, seppure con condizioni: omologazione dei titoli, permanenza minima e conoscenza della lingua. Per la dirigente la chiave è combinare desiderio identitario e informazioni precise: vivere nell’isola può essere difficile in alcuni piccoli paesi, ma “non è impossibile”, quando si conosce il territorio e si prepara bene il progetto migratorio.

Il Congresso ha messo in primo piano iniziative che mirano a trasformare l’identità in un motore per il futuro. Domenica è stato presentato “Talent In Sardinia”, un programma di Crei–Acli (realtà dell’associazionismo cattolico) che invita giovani sardi del mondo a sviluppare progetti innovativi con sostegno, mentoraggio e un soggiorno formativo sull’isola.

Tra i casi più importanti c’è proprio Sardegna QR, promosso da Marianela Fava Signorini, giovane sarda nata a La Plata, che ha trasformato un’idea locale in una piattaforma di connessione tra giovani sardi dell’Argentina, dell’Italia e di altri paesi.

Nella stessa giornata, Pierpaolo Cicalò e Giuseppe Corongiu hanno presentato il “Decalogo dei Talenti Sardi”, che valorizza i corregionali dell’estero non solo come portatori di storie di successo individuale, ma anche come “proposte vive” per rivitalizzare una regione tanto colpita dalla diaspora. La presentazione è stata accompagnata da un documentario, con interviste a talenti sardi dell’Argentina, che dà visibilità a traiettorie personali, sfide migratorie e al legame persistente con l’isola.

È stato inoltre lanciato SARDEGNA.ARG, un’iniziativa sostenuta dalla Federazione e dalla Regione Autonoma della Sardegna per accompagnare rientri pianificati. Il progetto include consulenza, rete di contatti e un’app pensata per facilitare risorse pratiche e comunitarie a chi cerca di stabilirsi o lavorare in Sardegna.

La partecipazione giovanile è stata uno dei momenti più emozionanti del Congresso. Otto delegati e delegate hanno condiviso le loro esperienze a partire dal Congresso dei Giovani tenutosi a ottobre ad Alghero, sull’isola. L’esposizione ha tradotti in parole un vissuto generazionale: tornare nell’isola non come turisti, ma come eredi di una storia familiare ancora viva.

“I giovani hanno curato tutta la presentazione perché hanno partecipato al Congresso dei Giovani che si è svolto ad Alghero… È stato molto emozionante: le ragazze dei vari circoli si sono commosse e hanno commosso anche noi — ha raccontato Juana —. Immaginate cosa significhi trovarsi in un luogo che è stato dei loro nonni, dei loro bisnonni… tutto è risultato profondamente toccante”.

I giovani della Federazione, che hanno partecipato al Congresso di Alghero a ottobre.

La presidente ha insistito sulla necessità di sostenere la trasmissione culturale: “Passano gli anni e continuiamo con questa problematica. Dobbiamo trasmetterla alle nuove generazioni, e se non lo facciamo noi, i più grandi…”. Questa preoccupazione ha attraversato il Congresso con un’idea condivisa: essere sardo fuori dall’isola è una scelta quotidiana, costruita attraverso la lingua, le pratiche culturali e la partecipazione comunitaria.

La dimensione istituzionale ha convissuto con celebrazioni culturali che hanno funzionato da ponte tra territori. Sabato sera il tradizionale cocktail ha riunito partecipanti locali e ospiti internazionali con musica, danza e gastronomia sarda. La serata ha incluso l’esibizione dei Tenores di Neoneli e danze tipiche interpretate da ballerine della regione, oltre alla presentazione folk del gruppo “Sa Sardinia” del Circolo Sardo di Rosario.

C’è stato anche un gesto di incontro culturale con impronta argentina. “Durante il cocktail abbiamo fatto una sorpresa: è entrata una coppia di ballerini di tango – racconta Juana, orgogliosa –. A tutti sono piaciuti moltissimo”.

Domenica si è tenuta la votazione del nuovo Consiglio Direttivo della Federazione. María Margarita Tavera è stata rieletta presidente e  María Victoria Llantada Signorini vicepresidente, consolidando la continuità istituzionale.

Durante l’incontro sono state concordate linee di lavoro per il 2026, incentrate sulla diffusione culturale e turistica della Sardegna, con particolare attenzione alla mobilità giovanile, alla formazione e alla cooperazione transnazionale.

Con un bilancio positivo, Juana ha chiosato il fine settimana sottolineando il significato profondo del Congresso: una comunità che si riconosce unita, che celebra la propria eredità e che cerca di proiettarla verso il futuro con strumenti concreti e nuove generazioni in prima linea.