PARIGI - Michele Paciolla non aveva mai pianificato di vivere a Parigi. Il suo viaggio, come spesso accade nelle grandi storie, è iniziato per caso, con un'opportunità colta al volo. “Mi avevano chiesto di decidere entro il venerdì, ma io lunedì sera avevo già fatto la valigia. Il giorno dopo ero su un aereo”, racconta con un sorriso.
Nato a Frattamaggiore (in Campania), e cresciuto tra Frosinone e Cisterna di Latina (nel Lazio), Michele ha sempre avuto un legame profondo con il cibo e la tradizione. Ma la sua prima passione era tutt’altra: sognava di fare l’attore.
“Quando sono arrivato a Parigi, volevo entrare in una scuola di recitazione. Ma non conoscevo bene il francese e alla fine mi sono buttato su altro”. Quell’altro si è rivelato essere il mondo gastronomico, un universo in cui ha trovato non solo un lavoro, ma una vera vocazione.
Dopo aver lavorato per anni in un negozio di alimentari nella capitale francese, Michele si è reso conto che se avesse dovuto investire così tanto tempo e fatica in qualcosa, allora tanto sarebbe valso farlo per qualcosa di suo.
Così, tra il 2020 e il 2022, ha iniziato a cercare il locale giusto, visitandone più di settanta. Quando ha trovato quello perfetto, nell’undicesimo arrondissement (una sorta di quartiere, più nello specifico parliamo di divisioni amministrative che compongono la città di Parigi), ha capito subito che era la scelta giusta. “Era un ritorno alle origini. Il quartiere mi era familiare, mi sembrava di tornare a casa”.
Nel 2022 nasce La dispensa di nonno Michele e nonna Antonietta, un nome che è un omaggio alle sue radici. “I miei nonni sono stati fondamentali nella mia vita. Ho voluto unire il loro nome a quello della ‘Dispensa’, dove avevo fatto il mio primo stage in Italia, in un piccolo negozio a conduzione familiare. Loro mi avevano trattato come un figlio, ed era quello che volevo ricreare qui”.
Un vecchio scatto della famiglia di Michele Paciolla, il bambino in primo piano sulla sinistra.
Entrare nella Dispensa di Michele non è come entrare in un comune negozio di alimentari. L’atmosfera è calda, accogliente, intima. “Per me, questo posto è come una casa. I clienti lo sentono e me lo dicono spesso. Ho arredato tutto con oggetti personali: vecchie foto di famiglia, poster di film anni ’60 e ’70, calamite dei miei viaggi in Italia, macchinette da caffè d’epoca. Ogni angolo racconta qualcosa di me”.
E non è solo l’ambiente a far sentire i clienti a casa, ma anche i prodotti. Accanto all’offerta più mainstream, qui si trovano le eccellenze italiane, scelte con cura da piccoli produttori. Dalla Puglia arrivano le focacce e i saltimbocca, dall’Abruzzo la pasta artigianale, mentre la burrata e le mozzarelle provengono da caseifici di nicchia. Sul bancone della salumeria fanno bella mostra di sé pecorini, provoloni piccanti, fontine e scamorze, insaccati e salumi di vario tipo. “Non compro dai grandi distributori, voglio dare spazio alle piccole aziende, quelle che mantengono viva la tradizione”, spiega il titolare.
L’interno del negozio, arredato come se fosse casa.
La clientela della Dispensa è per il 90% italiana e per il 10% francese ma, indipendentemente dalla provenienza, chi varca la soglia del negozio non è solo un cliente: è un amico. “Qui si creano legami – afferma Michele –. Organizzo serate ed eventi, le persone si sentono parte di qualcosa”. Ed è proprio questo il segreto del successo della Dispensa: non è solo un negozio, ma un punto di ritrovo, un angolo d’Italia nel cuore di Parigi.
Parlando con Michele, il discorso si sposta inevitabilmente sulla situazione delle piccole botteghe in Italia. “Se aprissi un alimentare in Italia, chiuderebbe dopo due giorni. Con i grandi centri commerciali e la grande distribuzione, non c’è spazio per le piccole realtà come la mia”.
Il tono della sua voce cambia leggermente, si fa più serio: “Ed è un peccato. Perché queste botteghe non sono solo negozi, sono memoria, tradizione, cultura. Nei grandi supermercati trovi prodotti standardizzati, senza anima. Qui invece trovi una storia dietro ogni formaggio, ogni bottiglia di vino, ogni pacco di pasta”.
L’angolo dedicato ai ricordi di famiglia.
E forse è proprio questo che rende speciale la Dispensa di nonno Michele e nonna Antonietta. Non è solo un luogo dove fare la spesa, è un tributo a un mondo che rischia di scomparire, ma che resiste nelle mani e nel cuore di chi, come Michele, ha deciso di non arrendersi.