È dal 1980 che il Fogolar Furlan di Canberra e Queanbeyan organizza una grande festa – sia religiosa che sociale – per i suoi soci e sostenitori.
Sin dall’inizio questo incontro annuale ha avuto due scopi altrettanto importanti: la celebrazione di una Santa Messa in italiano nel periodo pasquale e l’opportunità di riunirsi con altri friulani e amici per passare alcune ore in allegria gustando prelibatezze friulane e magari chiacchierare in friulano.
Nel corso degli anni l’evento si è svolto in vari parchi della capitale, con altari improvvisati allestiti all’ombra di alberi o sotto ombrelloni – ma sempre soggetti ai capricci del tempo –, per poi passare a centri comunitari che offrono maggiori comodità per gli ospiti ma indubbiamente ambienti meno suggestivi.
E non solo: il numero di partecipanti a questi incontri annuali è passato da oltre 350 a un centinaio circa. Purtroppo, molti dei soci fondatori e dei loro amici sono scomparsi, ma rimane un gruppetto di friulani della seconda generazione assolutamente determinato a mantenere viva questa bella tradizione.
Ed è sempre piacevole vedere alcuni friulani di Sydney che si uniscono a noi per un breve bagno di friulanità.
La Messa in italiano è stata celebrata per una ventina d’anni dal missionario padre Canova e poi da vari sacerdoti, da segretari della nunziatura (incluso monsignor Franco Leo, l’anno scorso nominato cardinale nel Canada da Papa Francesco) e anche nunzi apostolici.
Il celebrante di quest’anno era il segretario della nunziatura Alfred Dsouza, di origine indiana.
La festa di quest’anno si è tenuta al Centro Culturale Italiano di Forrest dove c’è una cappella dedicata alla Madonna.
L’emozionante suono delle campane ha chiamato i fedeli in sala. Dopo il rituale benvenuto ai presenti da parte del presidente del Fogolar Furlan Stephen Solari, è iniziata la Santa Messa con la benedizione dei rametti di ulivo e la lettura della Passione di Cristo.
Riflettendo sulla Passione di Gesù in chiave moderna, monsignor Dsouza ha sottolineato l’importanza dell’umiltà, della fedeltà e dell’impegno.
È stato poi servito un tradizionale pranzo friulano a base di salsicce e carne alla griglia, ‘brovada e muset’ (un piatto tipico di rape marinate e cotechino), polenta abbrustolita, frico (formaggio fritto) e contorni vari.
A fine pranzo è stata offerta la colomba, e gli ospiti hanno potuto acquistare crostoli (preparati da Kaye Solari), castagne abbrustolite, caffè e bevande.
Anche quest’anno era stato invitato il coro Dante Musica Viva che ha intrattenuto i commensali con dieci brani, esordendo con la canzoncina friulana O’ ce biel cisjel a Udin e includendo le popolari Libiam e Bella ciao nel repertorio. A giudicare dagli scroscianti applausi, il concerto è stato molto apprezzato dal pubblico.
Il successo della giornata è dovuto completamente al faticoso lavoro svolto dal comitato organizzativo e da un piccolo team di volontari, composto prevalentemente da due famiglie.
Il presidente Solari era coadiuvato dalla moglie Kaye, dai figli Aurelia e Massimo, dalla sorella Michelle Page con la figlia Sienna e dal cugino John con la moglie Donna.
Le sorelle Rosa e Bruna Danielis avevano potuto contare sui rispettivi mariti e figli – Tom, Nathan e Nicholas (scherzosamente chiamato ‘fricolas’) Pauletto, e David e Chiara Catanzariti.
“La celebrazione della Domenica delle Palme continua a essere un evento importante per la comunità italiana locale – ha affermato il presidente Solari a fine festa –. I presidenti precedenti dovrebbero sentirsi orgogliosi della tradizione creata e consolidata nel corso degli anni, una tradizione che offre l’opportunità di scambiare ricordi e storie, e di rinnovare amicizie che altrimenti potrebbero affievolirsi. Constatare la gioia che la festa porta a così tante persone mi ispira a voler creare un’esperienza ancora più appagante nel 2026”.
“Ho la fortuna di essere circondato da un gruppo di dedicati volontari che rendono possibile questo evento – ha aggiunto –. Li voglio ringraziare per il loro continuo sostegno e l’impegno nel mantenere vive le tradizioni del sodalizio”.
Uno sforzo immane da parte del presidente, degli altri membri del comitato e di tutti i volontari che ora si meritano un anno di riposo.