MOSCA - Il Presidente russo Vladimir Putin la scorsa settimana ha annunciato un ampliamento della dottrina nucleare del suo Paese, introducendo nuove condizioni che potrebbero giustificare l’uso di armi nucleari, anche contro nazioni non armate di testate nucleari.

Questa mossa sembra voler rispondere al sostegno occidentale nei confronti dell’Ucraina nella guerra in corso, aumentando così la tensione tra Russia e il resto del mondo occidentale.

Durante una riunione del Consiglio di Sicurezza russo, Putin ha chiarito tre modifiche fondamentali alla dottrina nucleare del Cremlino, originariamente firmata nel 2020. 

Queste variazioni sono state presentate come risposta alle discussioni in corso negli Stati Uniti e nel Regno Unito circa la possibilità di permettere all’Ucraina di utilizzare missili a lungo raggio contro il territorio russo. Tra le nuove condizioni, la Russia si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari anche in caso di attacchi condotti con armi convenzionali, qualora tali attacchi siano sostenuti da una potenza nucleare.
Putin ha inoltre affermato che qualsiasi attacco condotto contro la Russia, con il supporto di una nazione dotata di armi nucleari, sarà considerato un’aggressione congiunta. 

Questa dichiarazione potrebbe includere eventuali attacchi da parte di alleati dell’Ucraina, come il Regno Unito o gli Stati Uniti, che supportano Kiev militarmente. L’ampliamento della dottrina nucleare russa arriva in un momento decisamente critico del conflitto, con le forze ucraine che cercano di contrastare l’avanzata delle truppe russe nel loro territorio orientale. Finora, l’Occidente ha fornito assistenza militare costante all’Ucraina, con gli Stati Uniti che hanno recentemente annunciato ulteriori 375 milioni di dollari in aiuti.

Tuttavia, la minaccia nucleare di Putin potrebbe complicare ulteriormente la fornitura di armi a lungo raggio all’Ucraina, mentre molti analisti avvertono che l’Occidente dovrebbe prendere sul serio le parole del leader russo, considerando il rischio di una pericolosa nuova escalation dalle conseguenze potenzialmente catastrofiche. Il discorso di Putin ha sollevato preoccupazioni anche per quanto riguarda il coinvolgimento di Paesi come la Bielorussia, che è ora formalmente inclusa sotto l’ombrello nucleare russo. Ciò significa che qualsiasi attacco contro la Bielorussia potrebbe essere visto come un attacco contro la Russia stessa, con potenziali ripercussioni nucleari.

Nel contesto internazionale, la minaccia di Putin mette in evidenza la mancanza di strumenti efficaci per prevenire l’uso di armi nucleari da parte delle potenze mondiali. 

Sebbene esista un Trattato delle Nazioni Unite per la Proibizione delle Armi Nucleari, né la Russia né gli Stati Uniti ne fanno parte, e solo i Paesi Bassi, tra i membri della NATO, vi partecipano.
Questo sviluppo rappresenta uno dei momenti più delicati della guerra in Ucraina e potrebbe portare a una nuova fase del conflitto, caratterizzata da un confronto ancora più pericoloso tra le potenze nucleari mondiali.