ROMA - Il segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi ha convocato lunedì l’ambasciatore russo a Roma, Serghey Razov, per protestare ufficialmente contro l’annessione, definita “illegale”  dei territori ucraini operata dal Cremlino e per condannare fermamente “i referendum farsa” organizzati dai separatisti nei territori occupati.

La protesta italiana, come era prevedibile, è stata però “respinta categoricamente” dal diplomatico russo, ad ulteriore conferma che i tradizionali buoni rapporti tra i due Paesi sono ormai un ricordo completamente deteriorati. 

La decisa presa di posizione italiana è arrivata in contemporanea a simili iniziative in Francia, Germania, Polonia e nei Paesi Baltici  e si inserisce nel quadro di una risposta comune ai referendum stabilita in ambito Ue, doce si è deciso di fare muro in modo compatto contro lo strappo di Mosca, invitando tutte le cancellerie degli Stati membri a convocare gli ambasciatori russi. Sequi ha dunque chiarito che Roma “non riconosce i referendum e non ne riconoscerà l’esito”. Ed ha “esortato le autorità russe a revocare tali atti illeciti ed a ritirare immediatamente, completamente e senza condizioni” i soldati dall’Ucraina. Avvertendo che “la minaccia di impiegare armi nucleari e le gravissime violazioni dei principi e delle regole Onu minano la sicurezza globale”. Allo stesso tempo, il segretario generale della Farnesina ha ribadito che “l’Ucraina ha il diritto di liberare i territori occupati” e l’Italia “continuerà a fornirle un forte sostegno per tutto il tempo necessario”.

Proprio martedì, infatti, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, si è presantato davanti al Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sulle questioni di sicurezza, e ha delineato nel dettaglio i contenuti del quinto pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina che il governo di Roma ha varato e che saranno spediti presto alla volta di Kiev. 

Nel frattempo l’Italia ha anche già fatto sapere di appoggiare l’ottavo pacchetto di sanzioni europee contro Mosca che negli scorsi giorni è già arrivato sul tavolo del Comitato permanente a Bruxelles. All’interno, potrebbe esserci anche il dossier del tetto al prezzo del petrolio, questione ancora dibattuta. L’Italia ha detto Sequi, è “pienamente allineata ai partner nel valutare ulteriori misure restrittive”. 

In una nota, Mosca ha fatto sapere che l’ambasciatore russo, convocato dalla Farnesina per la terza volta in sei mesi, ha “respinto categoricamente le dichiarazioni della parte italiana e ha esposto le sue posizioni in merito alle questioni toccate, nello spirito di quanto disposto dal discorso” di Vladimir Putin della scorsa settimana durante la cerimonia di annessione delle regioni occupate.