BERLINO - Per la Germania inizia una fase di grande instabilità politica dopo che la crisi fra i partiti della coalizione di governo è diventata esplicita nella serata di ieri. I ministri del liberale FDP (il partito “giallo” della coalizione “semaforo”, composta anche dal “rosso” SPD del cancelliere Olaf Scholz e dai Verdi) hanno lasciato il governo e il capo del governo parte per il vertice informale dei leader Ue con l’estensione, a Ucraina e Turchia, in programma oggi e domani a Budapest con una grave crisi in corso, giunta in un momento particolarmente difficile per la più grande economia europea. 

La Germania è alle prese con una grave crisi industriale a cui si aggiunge la preoccupazione su quanto l’elezione di Trump alla Casa Bianca potrà influire sul commercio e la sicurezza. Dopo un periodo di difficoltà e divergenze soprattutto legate alla manovra di bilancio, l’eterogenea coalizione semaforo è andata in pezzi con le dimissioni ieri sera del ministro delle Finanze e leader dei liberali Christian Lindner.  

Le divergenze fra liberali, verdi e socialdemocratici si sono acuite dopo i primi anni di accordi e compromessi soprattutto riguardo alla politica economica: da una parte, la ricetta contro la crisi è individuata nell’aumento della spesa, dall’altra nei tagli e nel rigore. Joerg Kukies, membro del partito Socialdemocratico di Olaf Scholz e stretto alleato del cancelliere, sarà il nuovo ministro delle finanze, hanno riferito fonti governative. 

Il cancelliere ha annunciato che aprirà la strada alle elezioni anticipate nel paese presentandosi a metà gennaio a un voto di fiducia, che ha tutte le probabilità di perdere. In questo caso il voto, naturalmente previsto per settembre, potrebbe svolgersi “al più tardi alla fine di marzo”, ha indicato Scholz. L’opposizione conservatrice non ci sta e chiede che il voto di fiducia venga anticipato alla prossima settimana. 

L’ormai ex ministro delle Finanze ha a sua volta criticato la Cancelliera per aver condotto il Paese “in una fase di incertezza” con una “rottura calcolata di questa coalizione”. Il divorzio è stato registrato dopo l’ultima giornata di colloqui per cercare di salvare l’esecutivo guidato da Scholz dalla fine del 2021. “Questo non è un buon giorno per la Germania, né per l’Europa”, ha commentato il ministro degli Esteri, l’ambientalista Annalena Baerbock.  

“Abbiamo bisogno di un governo capace di agire e che abbia la forza di prendere le decisioni necessarie per il nostro paese”, ha affermato il cancelliere secondo il quale non c’è più “sufficiente fiducia per il proseguimento della cooperazione”. Scholz spera ancora di riuscire a resistere qualche mese per guidare un governo di minoranza e far adottare alcuni atti legislativi ritenuti prioritari, cercando caso per caso la maggioranza.  

Per quanto riguarda il bilancio 2025, la cui preparazione è all’origine dell’attuale crisi, regna l’incertezza. In mancanza di una sua adozione da parte del Parlamento, a partire da gennaio potrebbe essere applicata una versione minima e ridotta.