BUENOS AIRES - Oggi, 23 gennaio, in Argentina si celebra la Giornata Nazionale dei Musicisti, una data scelta in concomitanza con l’anniversario della nascita di Luis Alberto “el flaco” Spinetta, icona della musica argentina, così sopranominato per il suo fisico.
Cantante, musicista, multistrumentista, compositore e poeta, è considerato una delle figure più influenti nella scena musicale del Paese, e la sua musica continua a essere una pietra miliare per le nuove generazioni di artisti.
Considerato uno dei padri del rock nacional (il rock argentino, come genere musicale), Luis Alberto Spinetta ha composto indimenticabili classici che sono entrati nella storia: brani come “Rezo por vos”, “Muchacha ojos de papel”, “Todas las hojas son del viento” e “Seguir viviendo sin tu amor” continuano a essere ascoltati e apprezzati.
Ha fatto parte di due gruppi fondamentali della scena locale, Almendra e Pescado rabioso, e ha saputo dare un’impronta unica al rock. Coni suoi testi profondi e ricchi di poesia ha trasformato il genere, che inizialmente non si concentrava molto sul lirismo, in un’espressione artistica sensibile.
A più di un decennio dalla sua scomparsa, Spinetta continua a essere ricordato e celebrato non solo per la sua genialità musicale, ma anche per la sua grande sensibilità artistica, che ha dato vita a brani che hanno conquistato sia la critica che il grande pubblico, rendendolo uno degli artisti più amati da tutte le generazioni.
Il suo lascito musicale prosegue anche con il figlio, Dante Spinetta, anche lui cantante e compositore di successo. Dante ha fatto parte del celebre duo Illya Kuryaki and the Valderramas, insieme a Emmanuel Horvilleur, ottenendo numerosi successi negli anni '90 e consolidando una importante carriera da solista. La sua musica, come quella di suo padre, è un simbolo di creatività e sperimentazione, continua ad onorare la tradizione musicale degli Spinetta (anche il padre di Luis Alberto era un cantante di tango).
Secondo Dante, che porta il nome dell'autore della Divina commedia, “l’Italia è sempre stata presente nella vita quotidiana” della famiglia Spinetta. “Mio nonno preparava gli gnocchi per mio padre, lui li preparava per noi, e ora sono io a prepararli per i miei figli”, aveva ricordato nel 2014, durante la cerimonia all’Ambasciata, dove è stato nominato ‘Ambasciatore della Italianità’.
In quell’occasione aveva anche raccontato che i suoi genitori si conobbero in un circolo sociale italiano a Vicente López, dove il padre era andato a suonare. “Ovviamente, nella nostra famiglia ci sono molte influenze, siamo una generazione più mista, ma l’Italia è il paese che mi ha segnato,” aveva spiegato. “Mio padre è sempre stato appassionato di cucina, letteratura, cinema e di quella straordinaria scena culturale”.
Gli Spinetta, infatti, hanno origini piemontesi, come raccontato nel libro Spinetta: Ruido de Magia, la biografia ufficiale di Luis Alberto Spinetta scritta da Sergio Marchi. Nel suo libro, il giornalista racconta in modo dettagliato la storia di “el flaco”, compiendo una ricerca approfondita sulla vita e l’opera del musicista, con il contributo della sua famiglia.
Secondo il libro, a emigrare dall’Italia in Argentina fu Giulio Spinetta, come documentato da un certificato storico e confermato dal nipote Luis Santiago. Marchi esplora documenti, i racconti di famiglia e gli aneddoti, dando forma al contesto che ha contribuito a formare il carattere e la sensibilità artistica di Spinetta.
Il libro è stato tra i più letti del 2020 ed è ora alla quinta edizione, il che sottolinea la rilevanza che ancora oggi mantiene la musica profonda, poetica e universale di questo incredibile artista, che lo ha reso un punto di riferimento per la cultura argentina.