BUENOS AIRES – Un giudice federale ha dichiarato nullo il veto del presidente Javier Milei alla Legge 27.793 di emergenza sulla disabilità, in una sentenza che dà priorità ai diritti delle persone vulnerabili rispetto ai vincoli di bilancio.
La decisione, presa dal giudice federale di Campana (Buenos Aires), Adrián González Charvay, risponde a un ricorso presentato dai genitori di due bambini con disabilità che vedevano a rischio l’accesso ai loro trattamenti medici e all’istruzione.
La Legge 27.793 di emergenza sulla disabilità, approvata dal Congresso il 10 luglio, mirava a creare un regime integrale di finanziamento per le prestazioni destinate alle persone con disabilità. Il suo obiettivo principale era aggiornare le tariffe e garantire un compenso di emergenza ai fornitori di servizi, come i centri educativi e terapeutici, che avevano visto erodere il loro potere d’acquisto per l’nflazione.
La legge prevedeva, tra le altre cose:
-
un finanziamento adeguato e sostenibile per le pensioni non contributive di invalidità;
-
il rafforzamento dei fornitori, legando i loro aumenti all’inflazione e concedendo un bonus di emergenza per compensare la perdita di potere d’acquisto;
-
il finanziamento dell’Agenzia nazionale della disabilità e di programmi connessi.
Secondo l’ufficio di Bilancio del Congresso, questi punti avrebbero richiesto una spesa aggiuntiva compresa tra lo 0,22% e lo 0,42% del Prodotto Interno Lordo (Pil).
Il no del presidente e la risposta della giustizia
Il presidente Javier Milei ha posto il veto alla legge sostenendo che la sua attuazione comportava una spesa pubblica aggiuntiva, priva di una fonte di finanziamento specifica, il che avrebbe compromesso il principio dell’“equilibrio fiscale non negoziabile”. La misura è stata formalizzata attraverso il Decreto 534/2025.
Di fronte a ciò, i genitori dei due bambini coinvolti hanno presentato un ricorso, sottolineando che il definanziamento statale stava portando le loro istituzioni del settore al collasso, con conseguenze “irreversibili” sullo sviluppo dei minori.
Il giudice González Charvay ha dato ragione ai ricorrenti, qualificando il veto come un caso di “chiara discriminazione verso le persone con disabilità”. Il magistrato ha sostenuto che il diritto alla salute, all’istruzione e alla riabilitazione dei bambini deve prevalere sulle limitazioni di bilancio.
Nella sua sentenza, il giudice si è basato sulla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che in Argentina ha rango costituzionale, e su un parere recente della Corte interamericana dei diritti umani, che riconosce un diritto autonomo alla cura. Entrambi gli strumenti giuridici sottolineano la responsabilità dello Stato di proteggere i gruppi più vulnerabili.
Poiché si tratta di una sentenza di primo grado, il governo può presentare appello. Tuttavia, il pronunciamento stabilisce un precedente e apre la strada ad altre famiglie colpite dalla misura presidenziale affinché possano avviare azioni simili per garantire i diritti dei propri cari.