MILANO - Il vento del nord scuote il partito guidato da Matteo Salvini. Nella cornice dell’hotel milanese Sheraton, il congresso della Lega Lombarda ha eletto per acclamazione Massimiliano Romeo, attuale capogruppo al Senato, come segretario. Dopo i ritiri di Cristian Invernizzi e Luca Toccalini, nei giorni scorsi, Romeo era rimasto il solo candidato e succede al coordinatore Fabrizio Cecchetti. Il suo non è stato un intervento tenero nei confronti della linea del partito. Rivolgendosi direttamente a Salvini, ha tenuto a precisare: “Sai che sono sempre stato leale con te”, ma “se non parliamo più del nord, al nord i voti non li prendiamo”. A queste parole, dalla sala è partita una standing ovation.
Anche il governatore lombardo, Attilio Fontana, prima aveva sottolineato: “Io se sono qui, sono qui per combattere a favore della regione e a favore del nord. Perché il problema del nord c’è, ed è sempre più presente. Non possiamo far finta che sia una cosa superata”. E “qualche nemico c’è anche nella Lega perché quando vedo certi emendamenti, firmati da alcuni rappresentanti di altre zone, che vanno a danno della Lombardia io mi incavolo come una bestia”.
Dopo aver rivendicato il percorso della sua candidatura, “se siamo arrivati fin qui è perché ce lo siamo meritato con un anno e mezzo di lavoro sul territorio”, Romeo ha detto di avere il “massimo rispetto per la segreteria regionale uscente”, aggiungendo però: “È giusto che si chiuda una volta per tutte la stagione dei nominati e dei commissariamenti, che deve essere l’eccezione e non la regola”. Ha anche puntato il dito contro le troppe “beghe di cortile, all’inseguimento ossessivo di poltrone e poltroncine”.
Deciso l’invito a recuperare la linea politica della Lega delle “origini”: “Nell’immaginario collettivo la destra sarà sempre rappresentata da Giorgia Meloni. È inspiegabile questo continuo cercare un posizionamento politico nuovo e dimenticarci di coltivare il nostro spazio politico. La Lega rappresenta il movimento del territorio agli occhi dei cittadini, noi i voti li prendevamo dappertutto. Questa dev’essere l’idea: riprendiamoci la nostra identità, la vera identità, poi possiamo parlare di temi di destra, sinistra o centro”.
Sul fatto che, dopo l’elezione a segretario lombardo Romeo possa mantenere la sua carica di capogruppo al Senato, prima dell’inizio del congresso Salvini aveva risposto: “Non lo so, una cosa alla volta, ne parleremo dopo”.
Poi il leader leghista ha preso la parola dal palco, subito dopo l’intervento di Romeo: “Criticare è facile, scegliere è meno facile. Ricordo anche negli ultimi anni: ‘Dobbiamo uscire dal governo con il M5s’, fatto; ‘dobbiamo entrare nel governo Draghi”, fatto. Non entro nel merito di quello che pensavo io. A volte ho fatto scelte di cui ero convinto al 100%, al 99%, a volte meno”.
Salvini ha quindi augurato a Romeo di non trovarsi mai “nella situazione in cui fa delle scelte che gli vengono chieste da qualcuno che poi quando si tratta di rendere conto delle scelte fatte”, magari dice “io non c’ero e se c’ero dormivo”. Però “le vittorie hanno 6.000 padri, i momenti di difficoltà si vivono da soli”.
Salvini ha chiesto anche compattezza al partito, perché “siamo sotto attacco. Quando sei sotto attacco l’unica cosa che non puoi permetterti è litigare nel tuo accampamento”.