Cos’hanno in comune l’Italia e il Bowling? Niente, assolutamente niente. Questo verrebbe da dire e pensare a qualsiasi profano che del gioco tutto americano sbarcato anni fa nel Bel Paese, più come moda che come vero e proprio sport. E invece, non è così. L’Italia e il Bowiling hanno in comune una leggenda, di quelle in carne e ossa. Uno sportivo che si è laureato quattro volte campione del mondo, una in doppio, tre in singolo, e che appena due settimane fa ha alzato al cielo l’ennesima coppa mondiale. È Jason Belmonte, l’uomo d’oro del bowling. Uno che i record li abbatte come i birilli in pista e che ha fatto del suo stile, un lancio accompagnato con due mani, un marchio di fabbrica. Una firma come le più preziose del made in Italy. 

Nato e cresciuto a Orange, nel NSW, Jason è figlio di Arturo e Marisa Belmonte. Il primo emigrato in Australia nel 1972 per raggiungere il padre che ad Orange aveva iniziato la sua attività agricola due anni prima, la seconda, Marisa, figlia di emigranti italiani (siciliano il papà, calabrese la mamma) nata e cresciuta nella stessa città.

Che Jason dovesse diventare un campione, era scritto nel suo Dna. E non perché a 4 anni vince il suo primo torneo, ma perché il suo destino è segnato da una scelta casuale dei genitori. “Io e mio marito – racconta la mamma Marisa – volevamo aprire un business tutto nostro. Erano i primi anni ottanta e all’epoca qui, a Orange, non c’era praticamente nulla. Coni genitori di mio marito pensammo a quale attività potesse andar bene e così ci venne in mente il bowling. Insieme costruimmo e aprimmo la nostra attività, dove ancora oggi lavoriamo: l’Orange Tenpin Bowl”.  Il bowling della famiglia Belmonte apre quando Jason ha poco più di sei settimane. Il rumore delle palle che ruotano e dei birilli che cadono, diventano la sua ninna nanna. Non passa molto tempo prima che il piccolo paffuto bimbo lanci una palla quasi più grande di lui. “Aveva una passione sfrenata – racconta la mamma – non appena trovava una pista libera andava lì e lanciava palle”.

A quattro anni vince il suo primo trofeo. È solo una piccola competizione. Ma dimostra già che non ha rivali. Quando a sedici anni decide di prendere parte alle competizioni in giro per l’Australia, Jason capisce che è il più forte di tutti. Allora vola oltreoceano, a Singapore. Anche lì è un successo. Non importa se gli altri siano più grandi di età o più esperti, perché il più forte e sempre e solo lui. “Noi lo abbiamo sempre sostenuto dicendogli di assecondare la sua passione e di vedere dove sarebbe arrivato. E così ha iniziato a viaggiare in giro per il mondo, prima in Asia, poi in Europa e in fine negli Stati Uniti”.

Sempre con lo stesso risultato: la vittoria. Il bambino diventato adulto si è trasformato in professionista, poi in campione, infine in leggenda. La sua bacheca trabocca di trofei e di titoli. Fra le categorie ‘amatoriale’ e ‘professionista’ ha vinto tutto ciò che c’era da vincere. Anche più di una volta. Ma una cosa Jason non ha mai perso, l’umiltà: “Come festeggeremo la vittoria del suo ultimo mondiale? Seduti a tavola, in famiglia, come abbiamo sempre fatto”.

Pur disputando la lega professionistica americana, Jason vive ancora a Orange con la sua famiglia. Dalla moglie Kimberly ha avuto tre figli: Aria, Hugo e Sylvie. Inutile dirlo, tutti con la passione del bowling. 
Jason arriverà in Australia nei prossimi giorni e, dopo aver scontato la quarantena obbligatoria di quattordici giorni, si riunirà alla famiglia per le meritate vacanza. In fondo, una pista libera all’Orange Tenpin Bowl, Jason la troverà sempre.