WASHINGTON D.C. – Donald Trump è tornato. E con il suo ritorno alla Casa Bianca, almeno stando alle parole pronunciate nel discorso inaugurale da 47esimo presidente degli Stati Uniti, inizia anche “l’età dell’oro dell’America”. Il tycoon è “di nuovo qui” nonostante “molte persone lo ritenessero impossibile”, insomma.

Donald Trump ha giurato nella Rotonda del Capitol in una giornata gelida come i volti solo apparentemente sorridenti dei suoi predecessori. Un intervento di 20 minuti (contro i 18 della prima volta, quella del “carnage americano”), interrotto più volte da applausi e ovazioni, in cui - ricordando il fallito attentato - ripete di essere stato “salvato da Dio per rendere l’America di nuovo grande”. 

Quindi elenca tutte le priorità del suo secondo mandato, dalla “deportazione di milioni e milioni” di clandestini con la proclamazione dell’emergenza al confine col Messico alla bandiera Usa da piantare su Marte, dalla ripresa del Canale di Panama al cambio di nome del Golfo del Messico in Golfo d’America, dal riconoscimento di due soli generi (maschile e femminile) all’abolizione dello Ius soli e alla fine della strumentalizzazione politica della giustizia. 

E strappazza Joe Biden, che con Jill lo aveva ospitato poco prima insieme a Melania alla Casa Bianca per la tradizionale cerimonia del tè, tra sorrisi e strette di mano.

Il magnate traccia infatti subito una linea netta col passato, affermando che “il declino del Paese è finito e da oggi comincia una nuova età dell’oro per invertire completamente tutti questi numerosi tradimenti e restituire al popolo la sua fede, la sua democrazia e la sua libertà”. “[Basta] con l’élite estremista corrotta”, promette. 

La battaglia tra i due presidenti ha anche il colpo di coda di altre grazie preventive concesse da Biden ai propri familiari, al generale Mark Milley, all’immunologo Anthony Fauci e a tutti i membri della Commissione parlamentare sull’assalto al Capitol, compresa l’ex deputata repubblicana Liz Cheney, la bestia nera del tycoon. “[Tutte persone] colpevoli di reati molto gravi”, denuncia The Donald.

La lunga giornata di Trump comincia con una funzione religiosa nella chiesa di St John. Quindi il tè con Melania alla Casa Bianca, dove Biden gli lascia una lettera nello Studio Ovale, come da tradizione. “Welcome home”, li accoglie tra sorrisi tirati. I due vanno insieme a Capitol Hill nella Beast, la limousine blindata presidenziale, preceduti dalle first ladies – uscente ed entrante.

Nel frattempo, la Rotonda, che ha sostituito all’ultimo momento la gradinata esterna del Campidoglio per il gelo artico, accoglie i suoi 600 ospiti, in una sorta di passerella di alta moda: dal vestito blu Made in Usa con cappello a larga tesa di Melania al verde bosco di Ivanka e al rosa di Usha Vance. In prima fila, i tre uomini più ricchi del mondo, Elon Musk, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg, insieme agli Ad di Google, Apple e TikTok: la nuova oligarchia tech denunciata recentemente da Biden. 

Quindi gli ospiti stranieri, tra cui spiccano la premier Giorgia Meloni (unica leader europea presente), il presidente argentino Javier Milei e il vicepresidente cinese Han Zheng. Presenti gli ex presidenti con le mogli, a parte Michelle: i Bush, i Clinton, Obama e, dopo mezzogiorno, anche i Biden. Tutti con espressioni spaesate o spazientite, immagini dell’America del passato che non c’è più.

Quando entra Trump, dando un falso bacio alla moglie, è un’ovazione, ma è solo il preludio del bagno di folla del pomeriggio tra i suoi 20mila fan alla Capital One Arena per la mini parata. Poi via verso lo Studio Ovale per firmare la raffica di ordini esecutivi prima dei tre balli inaugurali della serata.