L’Associazione Madonna delle Grazie e San Vittorio ha festeggiato nella suggestiva cornice del Club Marconi il 62esimo anniversario, che celebra il momento in cui la statua di San Vittorio ha messo piede in Australia per la prima volta. 

Questo evento annuale di grande importanza, precedentemente organizzato al Liverpool Catholic Club per 17 anni, ha visto la partecipazione di più di duemila persone e celebra l’avvenimento dell’arrivo della statua del Santo patrono di Roccella Jonica, San Vittorio martire, portata dai primi migranti della zona quando sono sbarcati in questo continente, come messaggio di speranza e buon auspicio. La statua della Madonna invece è stata importata più recentemente e si trova a Sydney da 27 anni. 

Da quel momento, come spiega Tina Furfaro, i comitati hanno unito le due associazioni per formarne una più grande che potesse racchiudere  i devoti di tutti e due i Santi.

La giornata di domenica è stata una grande occasione per tutte le famiglie e ha accolto persone di diverse etnie e religioni, un evento inclusivo voluto dall’Associazione a dimostrazione del fatto che, ancora una volta, gli italiani contribuiscono a creare un forte senso di comunità. 

Presente la maggior parte del comitato del Club Marconi con la maggioranza del comitato decisionale e tante altre associazioni.
La giornata è iniziata alle 11.30 e le persone hanno cominciato ad arrivare numerose. Numerosi anche gli stand di cibo e intrattenimento. 

Diversi musicisti hanno calcato il palco e si sono esibiti in questa giornata così importante, tra cui il tenore Alfio Buonanno, il duo Fortunato e Valentina del gruppo Progetto Tarantella. 

Verso sera la scena è stata rubata  dall’attrazione maggiore: la danza dell’asino, quando la folla si è riunita attorno è iniziato uno show popolare. Questa tradizione è iniziata a Roccella, in Italia, tramandata dal popolo contadino fino ai giorni nostri.

Si tratta di un asino creato mediante l’utilizzo di una sagoma di alluminio e carta pesta adornato da colori e fuochi d’artificio, un intrepido volontario, una volta preso l’asino in spalla comincia a ballare la tarantella, dal corpo dell’asino fuoriescono fuochi di artificio e scintille e sembra proprio che questo asino fantoccio si sia lanciato in una danza. 

Questa parentesi di folclore, non fa parte del processo religioso ma è un tributo alle antiche usanze agresti. L’esibizione cultural-popolare è stata organizzata per promuovere e diffondere la memoria e le usanze tipiche della società contadina, simboleggiate nel principale bene e strumento di lavoro e sopravvivenza dell’epoca: l’asino. Frank Placanica ex vicepresidente e parte del comitato, ha speso parole di positività circa le sorti sia della festa, sia dell’associazione.

“Il nostro obiettivo come associazione è quello di continuare la tradizione coinvolgendo maggiormente i giovani, le nostre origini, tradizioni e cultura non devono morire.  Quest’anno l’affluenza di persone e diverse generazioni  è stata molto positiva, vediamo l’anno prossimo che cosa ci aspetta - ha continuato Placanica -. Il comitato giovanile viene sempre più coinvolto a livello decisionale proprio perché anche se i nostri ragazzi sono abbastanza giovani rispetto alle generazioni più anziane, hanno la passione e la spinta per continuare con la tradizione e tenere vivo questo festival ogni anno. Siamo fiduciosi sul futuro dell’associazione”.