MELBOURNE - Il sondaggio, condotto a ottobre su un campione di 1312 australiani, durante la visita di Re Carlo e della Regina Camilla, ha mostrato un leggero calo del sostegno per la bandiera rispetto al 2010, quando era del 66%.

I sostenitori del mantenimento del design attuale hanno sottolineato il valore storico e simbolico della bandiera. “I nostri ANZAC hanno combattuto e sono morti sotto questa bandiera”, ha dichiarato un partecipante al sondaggio. Molti ritengono che, se non ci sono problemi evidenti, non sia necessario cambiare. Inoltre, sono stati espressi dubbi sui costi e sull’efficacia di un nuovo design.

Di contro, chi dice di volere il cambio della bandiera critica il simbolismo coloniale della Union Jack, ritenuto un legame obsoleto con l’impero britannico. “I legami coloniali con il Regno Unito sono un imbarazzo”, ha affermato uno degli interpellati, mentre un altro ha scritto: “Non facciamo più parte dell’impero”.

Il sondaggio ha anche indagato sul futuro della Monarchia in Australia: il 57% degli intervistati ritiene che il Paese debba mantenere il sistema attuale, anche se questa percentuale è calata del 3% rispetto al 2022. Al contrario, il 43% sostiene l’idea di una repubblica, evidenziando un incremento dello stesso margine.

Secondo Michele Levine, amministratore delegato di Roy Morgan, la bandiera nazionale è più radicata nel cuore degli australiani rispetto alla Monarchia costituzionale. Morgan ha inoltre sottolineato la divisione politica esistente sul soggetto: i sostenitori della Coalizione tendono a difendere il design attuale, i Verdi preferiscono il cambiamento e i sostenitori del Partito laburista sono divisi quasi equamente tra conservazione e modifica.