MELBOURNE - La società, che possiede 200 pub e bar in tutto il paese, ha comunicato che il 26 gennaio non saranno permessi eventi o attività legate alla festività in questione. Tra i suoi locali più famosi figurano 60 sedi nel Victoria, 90 nel Queensland, 20 nel South Australia e 10 a Sydney.

Un portavoce della società ha spiegato: “L’Australia Day è una giornata che provoca tristezza per alcuni membri della nostra comunità. Abbiamo deciso di non celebrare specificamente una data che causa dolore a una parte dei nostri clienti e del nostro staff”.

Sui social media, molti utenti hanno espresso la loro irritazione e hanno giurato che boicotteranno  i locali del gruppo. “Non metterò mai più piede in uno dei vostri pub”, ha scritto un utente, mentre un altro ha invitato a “diffondere la notizia e boicottare questi hotel non solo quel giorno, ma sempre”.

L’Australia Day, celebrato il 26 gennaio, segna l’arrivo della Prima Flotta britannica nel 1788, ma è considerato da molti aborigeni e dai loro sostenitori come un giorno di lutto, spesso ribattezzato “Invasion Day”. Negli ultimi anni, oltre 80 consigli comunali in Australia hanno scelto di non organizzare cerimonie di cittadinanza in questa data, preferendo eventi che riconoscano gli effetti della colonizzazione sulla popolazione indigena.

Le manifestazioni per l’Invasion Day attirano ogni anno migliaia di partecipanti nelle capitali, riflettendo un dibattito sempre più acceso su come e se celebrare questa giornata.

L’Australia Day è diventato festa nazionale in tutto il paese solo nel 1994, ma rimane una delle ricorrenze più controverse.