“La conoscenza è un dono prezioso, e ognuno di noi ha il dovere di trasferire ciò che si è appreso alle generazioni future”. Esordisce così Massimo Iannone, vocal coach originario di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, approdato a Melbourne nei giorni scorsi per tenere una masterclass della durata di una settimana. Per lui, “è proprio una missione della vita il trasmettere ciò che da essa si ha avuto”. Il maestro Iannone ammette di dovere tanto alla musica, perché gli ha concesso molte soddisfazioni professionali, personali e, perché no, anche in termini economici: “Perché con la musica ho vissuto una vita abbastanza agiata e adesso mi pare naturale trasmettere tutto quello che ho avuto”. In questo senso, “la musica diventa un dono da restituire”.

Il percorso di Massimo Iannone inizia sin da bambino, frequentando il coro della chiesa. La sua è una predisposizione naturale, una passione innata e che non ha subito le influenze di particolari scenari famigliari. Quella di Iannone, infatti, non è una famiglia di musicisti, eppure ricorda di aver iniziato ad appassionarsi all’Opera quando ancora era un ragazzino e, anziché lasciarsi trasportare dalla musica italiana dei suoi tempi, amava ascoltare Vivaldi e Bach. Dopo aver studiato pianoforte, si iscrive al Conservatorio di Napoli e perfeziona il suo percorso con lezioni di alcuni dei più grandi maestri dei nostri tempi, tra cui Ettore Campogalliani (che è stato anche l’insegnante di nomi di successo quali Renata Tebaldi, Aldo Protti e Luciano Pavarotti). Ha poi vinto il concorso all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove ha lavorato per 36 anni. Qui, Massimo Iannone è stato anche direttore artistico di un ensemble vocale che ha portato l’opera lirica in giro per il mondo. Eppure, sin dalla giovane età, ha sempre avuto una sorta di predisposizione all’insegnamento. “Ricordo che a 18 anni, quando ho avuto il mio primo incontro con Alfredo Kraus, tornavo a Napoli e cercavo di spiegare ai miei colleghi quello che imparavo. Anche a 16 anni, insegnavo privatamente e preparavo gli allievi all’esame di solfeggio in Conservatorio”. 

Per quattro anni, poi, è stato vocal coach della Puccini Festival Academy, al Festival di Torre del Lago. Un’accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici della Fondazione Festival Pucciniano, nata nel ‘95 con l’obiettivo di perfezionare e guidare giovani talenti verso l’avviamento della carriera da solista nei palcoscenici dei teatri lirici, con particolare riferimento al repertorio pucciniano.

“Considero il mio lavoro di vocal coach come una missione di fine carriera. Io ormai sono una persona matura, da cinquant’anni nel campo. Mi piace trasmettere la maturità, la grande esperienza che ho avuto affrontando migliaia di palcoscenici e sostenendo altrettanti concerti, e tutto ciò che ho potuto apprendere conoscendo e collaborando con i più grandi direttori d’orchestra del secolo”, spiega Iannone. Secondo il maestro, il vocal coach può essere visto come una sorta di personal trainer, qualcuno che da un lato, attraverso l’allenamento quotidiano, insegna a essere sempre pronto all’esercizio e alla soluzione dei problemi; e dall’altro, insegna la musica, l’interpretazione, a leggere lo spartito, e tutti quegli aspetti tecnici legati all’esecuzione del belcanto. “Forse, la cosa più importante è che il vocal coach è anche un trainer psicologico”, ammette Massimo Iannone, per poi continuare: “Deve saper trasmettere l’energia, la sicurezza, la forza per affrontare il palcoscenico, che è una cosa molto complessa. E ancora, se vogliamo trovare un’altra qualità, deve saperti aprire il cuore. Perché non si può fare l’artista se non si canta al cuore. Poi nella vita privata ognuno può avere la sua insicurezza, ma sul palcoscenico, l’artista deve riuscire a denudarsi, perché la capacità di arrivare nudo ai propri sentimenti, al tuo cuore, è la finalità ultima dell’artista. Un palcoscenico lo si affronta con il corpo e con la voce che vibra con il proprio cuore”.

Tutto questo confluisce in ciò che viene chiamato ‘Metodo Massimo Iannone’, il metodo che il maestro cerca di impartire ai suoi studenti e protagonista della masterclass tenutasi nei giorni scorsi qui a Melbourne. Un progetto che è stato realizzato anche grazie al contributo del maestro David Kram e che ha visto Massimo Iannone impartire lezioni a un gruppo di cantanti – alcuni giovanissimi, altri professionisti – giunti da ogni angolo dell’Australia. La masterclass ha previsto anche una lezione all’Università di Melbourne e si è conclusa con un concerto alla Diamond Valley United Church, che ha avuto luogo proprio nella giornata di ieri, domenica 10 novembre. A condurre la serata è stato lo stesso Iannone che, dopo aver spiegato in cosa consista la figura del vocal coach, ne ha dato una dimostrazione pratica con un concerto che ha tenuto impegnati dieci dei suoi studenti. 

“Sono rimasto piacevolmente colpito dagli studenti australiani, perché c’è un grande interesse per l’Opera. E lo vedo soprattutto tra i giovani e tra i professionisti. Tra l’altro ho trovato un buon livello di preparazione e i ragazzi ben inseriti in un discorso tecnico musicale”.

Massimo Iannone ha lasciato l’Australia proprio nelle scorse ore, per continuare a portare le sue masterclass in giro per il mondo.