PARIGI - L’intesa, presentata dal presidente Emmanuel Macron e dal ministro per i Territori d’Oltremare Manuel Vallis, prevede la creazione di uno “Stato di Caledonia” all’interno della Repubblica Francese, iscritto nella Costituzione, e l’introduzione di una “nazionalità caledoniana” accanto a quella francese. Tuttavia, l’accordo dovrà essere approvato da un referendum previsto nel 2026.

Raggiunto dopo dieci giorni di negoziati intensi, l’accordo è nato in risposta ai disordini esplosi nel maggio del 2024, dopo che Parigi aveva proposto di estendere il diritto di voto ai residenti non indigeni di lungo termine. I Kanak temevano che questo avrebbe compromesso per sempre le loro aspirazioni indipendentiste. Il nuovo testo prevede che in futuro si potrà votare solo dopo dieci anni di residenza.

Il politico kanak Emmanuel Tjibaou, figlio del leader assassinato Jean-Marie Tjibaou, ha partecipato ai negoziati e ha definito l’accordo un primo passo per “uscire dalla spirale di violenza” e costruire un futuro condiviso tra Kanak e altri abitanti.

L’intesa potrebbe portare a maggiore sovranità caledoniana su affari esteri, sicurezza e giustizia, oltre alla possibilità di cambiare nome, bandiera e inno del territorio. Tuttavia, esperti come la ricercatrice Cammi Webb-Gannon avvertono che molti attivisti indigeni speravano in misure più radicali, e che il riconoscimento dei diritti politici resta incompleto.

Con un’economia fortemente dipendente dall’estrazione del nichel, l’accordo mira anche a diversificare l’economia locale e ridurre la dipendenza da Parigi. La violenza del 2024 ha causato danni stimati in due miliardi di euro, intaccando gravemente il Pil del territorio.