ROMA - L’eredità del mandato di Francesco nelle Americhe è evidente nei sentiti messaggi di cordoglio, inviati dai cardinali e dagli arcivescovi del contine.

Ricordato da Sud a Nord come il papa “delle periferie” e “degli esclusi”, dal 2013 Francesco ha nominato una nuova generazione di cardinali del Nord e Sud America, che questa settimana arriveranno a Roma per eleggere un nuovo pontefice, nel Conclave a cui parteciperanno 135 cardinali, di cui 24 latinoamericani e caraibici, 10 statunitensi e 4 canadesi. 

Dal Brasile, il Paese con il maggior numero di cattolici al mondo (quasi 180 milioni di battezzati, secondo il Vaticano), il cardinale di Salvador, Sergio da Rocha, ha sottolineato “il significato politico e religioso del suo insegnamento”, come la difesa dei migranti e “il suo straordinario impegno per la pace”. Da Rocha, che ha ricevuto l’approvazione di Francesco per entrare a far parte del Consiglio dei Cardinali nel 2023 ed è uno dei sette brasiliani che parteciperanno al conclave, ha anche sottolineato il suo “impegno per la protezione della natura”. 

Il Messico, secondo solo al Brasile con quasi 98 milioni di fedeli, fornirà due rappresentanti al conclave: i cardinali Carlos Aguiar Retes e José Francisco Robles Ortega. Robles Ortega ha elogiato la “difesa di Francesco di coloro che, come lui stesso ha detto, si trovano nelle periferie esistenziali”. Aguiar Retes, nominato cardinale nel 2016, ha anche sottolineato l’aiuto del Papa nel “raggiungere senza paura” queste periferie “dove risiede la sofferenza umana”. 

Dall’Argentina, Paese natale di Jorge Mario Bergoglio, che non ha mai visitato durante il suo pontificato, il cardinale e arcivescovo di Córdoba Angel Rossi ha sottolineato come Francesco “non ha mai avuto problemi a giocare duro su temi delicati”. Rossi, gesuita come Francesco e amico personale, sarà uno dei quattro cardinali argentini, tutti di nomina Bergoglio, che parteciperanno all’elezione del nuovo pontefice. Anche l’arcivescovo di Buenos Aires, Jorge García Cuerva, lo ha salutato come “il papa dei poveri, degli emarginati, di coloro che nessuno vuole”, durante una messa di suffragio nella cattedrale metropolitana della capitale argentina. 

L’arcivescovo di New York Timothy Dolan, più conservatore di Papa Francesco, lo ha descritto come “un grande maestro”. Il cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, ha pregato affinché “si resti saldi nell’opera di ripristino del posto della nostra Chiesa nel mondo come fonte di speranza e di sostegno a chi è nel bisogno”.

Finora non sono arrivate dichiarazioni pubbliche da parte del cardinale Raymond Burke, considerato dagli esperti il “papabile” americano con le maggiori possibilità di sostituire Francesco, strenuo difensore dei valori conservatori e sostenitore anche del presidente americano Donald Trump. 

Il cardinale Frank Leo, arcivescovo di Toronto, uno dei quattro canadesi che eleggeranno il nuovo papa, ha salutato Francesco come un “ambasciatore globale di pace, speranza e amore” 

Il Papa è stato ricordato anche in Cuba, dove Francesco ha svolto un ruolo di mediatore durante le presidenze di Barack Obama e Joe Biden per avvicinare l’isola agli Stati Uniti. La Conferenza episcopale cattolica ha sottolineato la sua eredità di “misericordia, dialogo e speranza” che “continuerà a ispirare le generazioni presenti e future”. L’arcivescovo di San Cristobal de La Habana, Juan de la Caridad García Rodríguez, è stato nominato cardinale da Bergoglio nel 2016 ed è l’unico cubano presente al Conclave. 

Ci sarà anche il cardinale Luis José Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotà, nominato dal Papa nel 2022. Ha condiviso la preoccupazione di Papa Francesco per la pace e la giustizia sociale in Colombia e ha ricordato l'eredità del pontefice come “Chiesa in dialogo con il mondo”. Bergoglio è stato anche un elemento chiave negli accordi di pace con le Farc del 2016.

Dal Perù, il cardinale Carlos Castillo, arcivescovo di Lima, ha ringraziato “il Santo Padre per tutta la sua generosa dedizione” e ha chiesto alla Chiesa cattolica di proseguire il cammino aperto da Papa Francesco, “portando avanti tutti i progetti sinodali che egli ha saputo individuare, orientare e proporre” per “essere all’altezza della difficile situazione che il mondo sta attraversando”. 

Il pontefice è ricordato anche per il suo sostegno al dialogo in Venezuela, dove l’arcidiocesi di Caracas lo ha commemorato per aver sempre mostrato “preoccupazione per i migranti” e che si è affermato come “costruttore di pace”. In Cile, il cardinale Fernando Natalio Chomali lo ha ringraziato per il suo “grande insegnamento” di vedere “il mondo dalla prospettiva dei poveri” e il cardinale uruguaiano Daniel Sturla lo ha ricordato come “un papa latinoamericano” che “beveva mate” e “amava il calcio”, sintetizzando: “Un fratello”. 

Adalberto Martínez Flores, primo cardinale del Paraguay, ha affermato che Francesco lascia dietro di sé “una Chiesa che vuole tornare alle origini, facendo sempre del bene”. Il cardinale ecuadoriano Luis Cabrera ha affermato che, per il suo Paese, Francesco era “estremamente importante perché era molto devoto e molto vicino alla Vergine Addolorata del Collegio” e in Guatemala, il cardinale Álvaro Ramazzini, un altro dei latinoamericani che parteciperà al conclave, ha descritto Francesco come un “uomo aperto e sensibile”, con uno “spirito missionario” e “fedele alla sua vocazione”. 

Nel vicino Nicaragua, l’arcidiocesi di Managua, Masaya e Carazo, guidata dal cardinale Leopoldo José Brenes, anche lui nel Conclave per eleggere il nuovo papa, ha espresso il suo “profondo dolore”, e il vescovo ausiliare di Managua, Silvio Baez, a cui è stato ordinato di lasciare il Nicaragua nel 2019 per motivi di sicurezza, ha detto: “Grazie di tutto, Papa Francesco! Il tuo affetto di fratello e amico, la tua testimonianza evangelica e le tue parole piene di saggezza vivranno per sempre nel mio cuore”.