ROMA - Sarebbe dovuta arrivare lunedì scorso, ma l’indicazione sul nome del commissario europeo assegnato all’Italia è finita in mezzo alle trattative tra Pd e M5s per la formazione del nuovo governo e quindi verrà definita ufficialmente solo nei prossimi giorni.
È stato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte a chiedere ed ottenere, durante lo scorso G7 di Biarritz che all’Italia sia concesso più tempo per inviare a Bruxelles il nome prescelto per la poltrona di Commissario europeo. Anzi, i nomi dovrebbero essere in realtà due, perché la presidente Ursula von der Leyen ha indicato come prioritaria nella composizione della nuova Commissione la parità di genere e ha dunque chiesto a tutte le 27 nazioni (la Gran Bretagna in vista della Brexit non avrà commissari) di presentare almeno due nomi, un uomo e una donna. Spetterà infatti poi alla presidente scegliere tra i due per mantenere un equilibrio tra figure femminili e figure maschili nella composizione definitiva della Commissione.
Consapevole del delicato passaggio politico che sta attraversando l’Italia, la presidente Von der Leyen aspetterà dunque qualche giorno in più di avere notizia da Roma, anche perché, nonostante la portavoce dell’esecutivo Ue Mina Andreeva abbia sottolineato che “prima vengono presentati, meglio è”, è stato lo stesso presidente del Parlamento Ue uscente Antonio Tajani a spiegare che i tempi non sono stretti: “Non è un problema, se il nome viene indicato il primo o il 2 di settembre non succede nulla”. Tanto più che a quanto si apprende anche la Francia starebbe temporeggiando 
In ogni caso però, la prima audizione dei pretendenti commissari davanti alla presidente si terrà entro metà settembre e poi la Von der Leyen avrà un mese per presentare la lista finale di nomi al Parlamento europeo. Il voto finale si svolgerà entro la fine di ottobre, in modo che la nuova Commissione europea entri in carica il primo novembre .
Tanto più che a quanto si apprende anche la Francia starebbe temporeggiando. Tutti gli altri Paesi avrebbero invece già inviato i propri nomi alla presidenza. Romani e Portogallo hanno seguito le indicazioni e avrebbero presentato due nomi, un uomo ed una donna, mentre altri Paesi hanno indicato direttamente un commissario donna per non vedersi rifiutare il nome dalla presidenza. Questo è infatti il rischio che correranno quei governi che invece presenteranno solo un nome maschile. 
Per l’Italia sono molti i nomi apparsi sui giornali in questi giorni, ma in pole nelle ultime ore sembra essere l’ex premier Paolo Gentiloni